L’Emilia-Romagna chiama i giovani talenti.
Sostenere i giovani talenti, contrastare la cosiddetta fuga dei cervelli e, più in generale, rendere l’Emilia-Romagna ancora più attrattiva perché più a misura di ragazze e ragazzi.
È l’obiettivo che la Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini intende realizzare attraverso il progetto di legge “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti a elevata specializzazione in Emilia-Romagna”, licenziato in sede politica nell’ultima Giunta e trasmesso al Cal e ai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima prima del via libera definitivo nella seduta della prossima settimana. A quel punto, il progetto di legge sarà trasmesso all’Assemblea legislativa per l’esame nelle competenti commissioni e per l’approvazione definitiva in Aula.
Il provvedimento è già stato al centro del confronto con le parti sociali e definisce quello che sarà l’impegno condiviso di più soggetti: istituzioni pubbliche ed Enti locali, Università e centri di ricerca, sistema delle imprese, delle professioni e organizzazioni sindacali, Fondazioni e Camere di Commercio. Anche attraverso accordi di collaborazione e di partenariato con altre regioni, nonché con istituzioni e network europei e internazionali.
La legge dispone diverse leve di attrattività: agevolazioni alle imprese che assumono giovani che rientrano dall’estero o interessati a lavorare o fare ricerca in Emilia-Romagna; percorsi formativi personalizzati per ragazze e ragazzi; ulteriori percorsi di specializzazione e qualificazione attraverso una rete di master in strutture e scuole di alta formazione; pacchetti di servizi di welfare (nidi, scuole, alloggi, conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ecc.) per i giovani e le loro famiglie.
Misure che saranno garantite anche attraverso i Fondi europei, in particolare per formazione, occupazione e residenzialità, e del bilancio regionale, dove, già a partire dall’esercizio 2023, è previsto un primo stanziamento di 2 milioni di euro per le imprese che assumeranno.
Ma nel complesso le risorse che concorreranno al raggiungimento del traguardo fissato sono molte di più, a partire dagli oltre 100 milioni di euro che la Regione investe per il diritto allo studio universitario assicurando borse di studio in denaro e servizi al 100% degli studenti idonei, in un ecosistema che si conferma di forte attrattività: quasi 170mila iscritti agli atenei dell’Emilia-Romagna lo scorso anno accademico, il 51% dei quali da fuori regione. Per garantire a tutti le stesse opportunità, al di là di condizione economiche e provenienza.
In più, i 13 milioni di euro previsti sempre nel bilancio 2023 per finanziare i progetti sull’attrazione degli investimenti selezionati nell’ultimo bando della legge regionale 14/2014, con quote previste per assunzioni di personale qualificato o per l’ingresso in impresa di ricercatori. Fondi a cui andranno aggiunti quelli di tutti i soggetti coinvolti, dalle altre istituzioni ai privati.
“Si tratta di una legge unica nel panorama nazionale – afferma il presidente Bonaccini – con la quale, ancora una volta, dimostriamo la capacità dell’intero sistema regionale di riuscire a fare insieme ciò che serve. Ed è ancora più importante stavolta perché parliamo di giovani, ragazze e ragazzi che meritano sostegno e opportunità concrete. Il capitale umano per noi è l’ingrediente decisivo per costruire una regione coesa, dinamica e innovativa. In un territorio che offre già una buona qualità di vita ed esprime eccellenze uniche al mondo, scommettiamo sull’attrazione, il trattenimento e la valorizzazione dei talenti per supportare i nostri settori di punta, dall’automotive all’agroalimentare, dalla Data Valley internazionale ai settori creativi. Talenti, e più in generale giovani, a cui diciamo di venire in Emilia-Romagna, perché il futuro è già qui ed è qui che investiremo e valorizzeremo le loro capacità e attitudini”, chiude il presidente della Regione.
“L’attrattività dell’Emilia-Romagna- sottolineano gli assessori Vincenzo Colla (Sviluppo economico e Lavoro) e Paola Salomoni (Scuola, Università, Agenda digitale)- poggia sul collegamento e l’interazione di tutto l’ecosistema economico, istituzionale, sociale e dei saperi. In questo modo si consolida la competitività del nostro sistema territoriale, qualificando la rete di filiera e rafforzando il tessuto delle piccole e medie imprese, e si creano nuovi posti di lavoro, qualificati e stabili. Puntiamo soprattutto sui settori ad alto valore aggiunto, attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, in collegamento con la rete regionale dei Tecnopoli, coinvolgendo i nostri atenei e il mondo produttivo, nella Data Valley emiliano-romagnola”.