Leggi risarcitorie a favore delle vittime dell’amianto.
Esistono leggi risarcitorie emanate dagli Stati membri dell’UE a favore delle vittime dell’amianto? In un’interrogazione parlamentare l’eurodeputato Carlo Fidanza, del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, ha rivolto la questione alla Commissione von der Leyen.
Una questione importante e ancora irrisolta per l’eurodeputato italiano: “Ad oggi in Italia persistono ancora molti procedimenti penali a carico dello Stato e di quelle aziende che, per negligenza e imperizia, non hanno impedito la morte e la malattia di centinaia di lavoratori”.
L’amianto è stato un materiale che, a cavallo delle due guerre mondiali, ha cominciato ad imporsi in molti settori, in particolar modo in quello edilizio ed idraulico. Solo negli anni ’60 furono scoperte le prime prove di tossicità delle polveri di amianto rilasciate dall’eternit, la cui esposizione provocava una forma rara di tumore, il mesotelioma, dal decorso clinico molto spesso lungo e con prognosi nella maggioranza dei casi infausta. Nel 1989 la Commissione ricorse contro la Repubblica Italiana per non aver adottato ‘entro i termini prescritti i provvedimenti, diversi da quelli inerenti alle attività estrattive dell’amianto, necessari per dare attuazione nell’ordinamento giuridico interno alla direttiva del Consiglio 83/477/CEE, del 19 settembre 1983, sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi ad un’esposizione all’amianto durante il lavoro’, venendo così ‘meno agli obblighi che incombono in forza del trattato CEE’..
In risposta all’intervento del deputato del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei è intervenuto Nicolas Schmit, Commissario al Lavoro della Commissione von der Leyen: ” La direttiva 83/477/CEE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro è stata abrogata e sostituita dalla direttiva 2009/148/CE2 che mira a proteggere i lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto durante il lavoro. La direttiva non contiene alcuna disposizione in merito al risarcimento dei danni da esposizione all’amianto.
La raccomandazione 2003/670/CE della Commissione sull’elenco europeo delle malattie professionali invita gli Stati membri ad introdurre nel proprio ordinamento giuridico disposizioni relative alle malattie scientificamente riconosciute di origine professionale che possono dar luogo a risarcimento. Numerose malattie professionali legate all’esposizione all’amianto, come la silicosi, l’asbestosi e il mesotelioma, sono espressamente menzionate, tra le altre, nell’allegato I della raccomandazione.
Il commissario Schmit ha poi ricordato che le raccomandazioni sono strumenti non vincolanti per gli Stati membri: “La determinazione della procedura di riconoscimento delle malattie professionali e il risarcimento da versare in caso di malattia professionale sono materie di competenza esclusiva degli Stati membri. La Commissione non è a conoscenza di specifiche leggi nazionali che prevedano un risarcimento per l’esposizione all’amianto in ambito professionale. La Commissione ha chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di effettuare una valutazione scientifica per riesaminare l’attuale limite di esposizione professionale (OEL) per l’amianto, e di procedere, ove necessario, a un riesame delle proposte per gli OEL e ad una valutazione volta a stabilire se sia opportuno fissare delle soglie distinte per i diversi tipi di fibre di amianto.
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