Le proposte di Nursing Up per il rilancio della sanità.
Si avvicina il momento più caldo della discussione sulla Manovra di Governo. Un periodo dell’anno dove i portatori di interesse propongono le proprie soluzioni. Tra essi anche il sindacato Nursing Up che ha chiesto che i 4 miliardi richiesti dal Ministro degli Esteri per rilanciare la sanità vengano utilizzati per valorizzare infermieri, ostetriche e tutte le altre professionalità non mediche, fermando così la sempre più massiccia fuga degli infermieri all’estero.
“Occorre valorizzare finalmente gli infermieri, le ostetriche e le altre professionalità non mediche, le cui elevate responsabilità rappresentano le fondamenta di un SSN equo ed efficiente, e che da più tempo, più di ogni altra categoria, attendono di essere riconosciuti”, ha dichiarato Antonio De Palma di Nursing Up.
Tra le indicazioni del sindacato proposte al Governo, l’aumento del valore orario della paga base e sua detassazione, l’incremento del valore orario del lavoro straordinario e sua detassazione, l’aggiornamento dell’indennità di specificità infermieristica e sua estensione alle ostetriche. Ancora, l’individuazione di un congedo aggiuntivo, finalizzato all’indispensabile ristoro psico fisico dei professionisti sanitari che svolgono funzioni assistenziali e il riconoscimento di una indennità per i partecipanti ai percorsi universitari per le professioni assistenziali.
“Il Ministro della Salute Schillaci pensa bene, di chiedere al Governo lo stanziamento di 4 miliardi per ricreare attrattiva nella sanità italiana, mentre siamo all’acme del calo degli iscritti ai test di infermieristica (storicamente non abbiamo mai toccato e superato il -10% di calo per infermieristica, mentre ostetricia è arrivata al -20%), con una professione con sempre meno appeal agli occhi della collettività – prosegue De Palma -. Come se non bastasse le nostre eccellenze fuggono all’estero in paesi come gli Emirati Arabi che offrono anche stipendi base di 5mila euro, oltre tutto esentasse, con assicurazioni sanitarie e addirittura alloggi pagati. E ancora i nostri operatori sanitari si dimettono volontariamente dalla sanità pubblica o decidono, nella migliore della ipotesi, di tornare a lavorare, laddove è possibile, fuggendo dalle città del Nord, in quei paesi di origine del Sud dove, poco più di 1400 euro al mese, sono sufficienti a sopravvivere ma non certo ad andare avanti dignitosamente”.
Lo stesso Schillaci, recentemente, ha annunciato l’avvio di un accordo per portare in Italia infermieri indiani e coprire così la falla strutturale di 65-80mila unità di professionisti (quando ne servirebbero almeno 100mila per avvicinarsi agli standard minimi degli altri Paesi europei). “Qui – puntualizza De Palma – quattro domande sorgono legittime: chi garantisce ai cittadini, da parte dei colleghi indiani?”.
foto Nursing Up