“Le nozze coi fichi secchi”, ovvero la strategia del Parlamento europeo per la promozione della Conferenza sul futuro dell’Europa tra i cittadini europei.
Doveva essere il viatico per il viaggio dei cittadini europei verso l’ideazione di una nuova Europa ma, a distanza di pochi mesi dal suo lancio, la Conferenza sul futuro dell’Europa dimostra tutta la sua fragilità, come dimostrato dai livelli di ‘engagement’ del suo principale strumento, la piattaforma digitale multilingue partorita dalle istituzioni europee, che, stando ai dati di giugno 2021, non sono proprio così entusiasmanti: circa diciassettemila contributi, ovverosia 300 utenti attivi al giorno. Roba da ‘giornaletto di quartiere’.
Numeri da far impallidire tutti i soggetti istituzionali coinvolti in questo flop, a partire dai membri del Comitato esecutivo della Conferenza sul futuro dell’UE, Dubravka Šuica, Guy Verhofstadt e Ana Paula Zacarias, tale, per certi versi, da ricordare l’altrettanto poco idilliaco risultato di partecipazione dei cittadini europei alla consultazione sul Libro Bianco della Commissione Juncker sul futuro dell’Europa diffuso in un’altra epoca della storia dell’integrazione europea…ma questa è un’altra storia.
Perciò il Parlamento europeo ha deciso di correre ai ripari, lanciando una poderosa offensiva per contrastare la sempre più scarsa partecipazione dei cittadini europei alla piattaforma, specialmente tra i più giovani: un bando rivolto ai media della strabiliante dotazione finanziaria di 1,8 milioni di euro per tutti i Paesi europei.
Risorse valide, con molta probabilità, a finanziare al massimo 18-40 progetti in tutta l’UE… numeri tutt’altro da strategia di sistema verrebbe da dire, calcolando che soltanto oggi, in una piccola realtà come Cagliari – città di 154mila abitanti -, sono stati stanziati circa 4 milioni di euro per i 200 lavoratori del Porto Canale di Cagliari, mentre il bando del Parlamento europeo stanzia la magra somma di 1,8 milioni di euro per interventi di comunicazione rivolti a una platea di 446 milioni di cittadini UE.
Un intervento, quindi, finanziariamente sacrificato in termini di risorse economiche che dimostra, perciò, tutta l’inconsistenza dell’azione di promozione dei lavori della Conferenza tra i cittadini europei da parte del Parlamento europeo, senza contare che la dotazione prevista non potrà garantire un impatto sufficiente e congruo con l’obiettivo della Conferenza sul futuro dell’Europa, ovvero coinvolgere i/le cittadini/e europei/e verso l’ideazione della nuova Unione europea. Più probabile, invece, il sostegno a iniziative frammentarie e spot, prive di qualsiasi innovazione in termini di disseminazione, coinvolgimento e, come richiamato precedentemente, di impatto. Ma ai burocrati dell’UE, forse, va bene così.
Una realtà che, leggendo tra le righe dell’avviso del Parlamento europeo, risulta altresì, poco rispettosa anche delle piccole realtà mediatiche locali a tutto vantaggio dei cosiddetti grandi gruppi editoriali, come spesso capita dalle parti degli avvisi per i media banditi dal Parlamento europeo, dove la capacità economico-finanziaria è la vera determinante per vincere le selezioni, anche se nei webinar istituzionali è a dir poco imbarazzante ammettere tale dinamica. Altro che qualità e innovatività delle proposte! Qui contano i fatturati, con buona pace dell’utopica partecipazione dal basso dei cittadini europei, specialmente dei più giovani.
Un paradosso che dimostra, quindi, la scarsa propensione del Parlamento europeo verso il sostegno delle iniziative potenzialmente ‘disruptive’ rispetto alle ridondanti ‘campagne del nulla’ sulla cittadinanza europea – oggettivamente stanchevoli e autoreferenziali – e verso una riflessione di merito sul rispetto del dimensionamento dei piccoli editori che, ma non c’è bisogno di essere dei grandi esperti di management, non potranno mai competere sullo stesso terreno dei grandi operatori dell’informazione.
foto European Unione, 2021 EC-Audiovisual Service / Aurore Martignoni