Le ipotesi del PE contro i contenuti online illegali.
L’Unione europea sta lavorando a una Legge sui servizi digitali. Tra i temi più ‘spinosi’ la protezione degli utenti dai contenuti dannosi o illegali.
Per il Parlamento europeo la nuova legge sui servizi digitali dovrà istituire una netta distinzione tra contenuto illegale e contenuto nocivo. Allo stato attuale, infatti, alcuni tipi di contenuti, come quelli che si riferiscono alla negazione dell’Olocausto, sono considerati illegali in alcuni Stati membri ma non in altri, mentre i contenuti dannosi, come quelli di incitazione all’odio (‘hate speech’) non sempre sono illegali a seconda della nazione. Su questo punto si dovrebbe trovare un’intesa tra gli Stati membri, al fine di produrre una legge sui servizi digitali moderna.
Nel corso dell’ultima discussione in aula gli europarlamentari hanno chiesto di agevolare gli utenti nell’invio delle segnalazioni dei contenuti digitali illegali ai gestori delle piattaforme online; ancora un maggiore rispetto dei diritti e libertà degli utenti, come la libertà di parola e il diritto all’informazione, così che gli intermediari online rimuovano i contenuti illegali in modo accurato, proporzionato e non discriminatorio. Una strategia che per il Parlamento sposterà la decisione finale sulla legalità di un contenuto generato da un utente dalle entità commerciali private alla magistratura indipendente.
In caso il contenuto online illegale rappresenti anche un illecito penale, oltre a essere rimosso dovrebbe essere perseguito dalle autorità incaricate dell’applicazione della legge e dalla magistratura. La Commissione europea dovrebbe anche considerare di obbligare le piattaforme online a denunciare un reato grave alle autorità competenti.
Un’altra grande innovazione rappresentata dalla proposta del Parlamento europeo riguarda il contrasto alla disinformazione online e ai modelli di business di alcune piattaforme, che veicolano contenuti sensazionalistici e acchiappa-clic in totale noncuranza dei diritti dei lettori, per accrescere le rendite online. Per affrontare gli effetti negativi di questa pratica, gli europarlamentari vogliono una maggiore trasparenza sulle politiche di monetizzazione delle piattaforme online.
Il Parlamento europeo ha proposto, inoltre, di dare agli utenti maggior controllo sui contenuti che visualizzano e sulla possibilità di usufruire di una clausola di esclusione su tutta la cura dei contenuti (‘content curation’) e, infine, un regolamento più stringente sulla pubblicità online, che dovrebbe tornare ad essere meno intrusiva e più contestualizzata, basata su ciò che l’utente sta visualizzando in quel determinato frangente e non sulla sua cronologia di navigazione.
La Commissione, anche sulla base delle indicazioni del Parlamento europeo, dovrebbe presentare una proposta per la Legge sui servizi digitali entro la fine del 2020.
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