Le grandi banche (non è una novità) ignorano i diritti umani.
Potranno aprire fondazioni bancarie per ripulirsi la coscienza ma, come ricorda un recente rapporto dell’organizzazione di monitoraggio finanziario BankTrack, le politiche e le pratiche delle grandi banche non sono in linea con i principi delle Nazioni Unite previsti per garantire il rispetto dei diritti umani. Mentre da una parte alcune fondazioni bancarie, anche in Italia, finanziano “l’imprenditorialità dei giovani” o “l’assistenza sociale”, in altre parti del mondo si lucra grazie ai conflitti e alle devastazioni.
Sebbene negli ultimi due anni siano stati fatti piccoli passi avanti per migliorare le politiche sui diritti umani, il rapporto sottolinea che leggi più rigorose in materia di due diligence potrebbero fare la differenza nel garantire un reale rispetto dei diritti umani da parte delle aziende.
Banche di fama mondiale, come Citibank e JPMorgan Chase, continuano a non adottare pienamente i principi sui diritti umani delle Nazioni Unite. BankTrack ha esaminato le loro politiche e ha scoperto che, nonostante qualche miglioramento, le misure adottate sono ancora insufficienti.
Quest’anno, per la prima volta, il rapporto ha valutato le banche in base a tre nuovi criteri tratti dalle dichiarazioni ONU sui diritti umani: la protezione dei difensori dei diritti umani, il rispetto del consenso libero e il riconoscimento del diritto a un ambiente sano.
I risultati sono preoccupanti: l’82% delle banche non fa alcun riferimento ai difensori dei diritti umani nelle proprie politiche. Nessuna, ancora, ha implementato procedure per garantire che i propri clienti e aziende investite lo rispettino. Solo tre banche – Banco Santander, ING e Bank of America – hanno riconosciuto esplicitamente nei loro documenti ufficiali che i diritti ambientali sono diritti umani.
Per affrontare queste lacune, gli esperti suggeriscono che i governi dovrebbero adottare leggi obbligatorie di due diligence sui diritti umani, che includano anche il settore finanziario e prevedano responsabilità civili. Ma, la domanda è sempre la stessa. Come può un governo che ospita lobbisti cambiare le regole del gioco?
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