Le decisioni di investimento delle aziende farmaceutiche e la loro influenza sugli Stati membri.
Recenti rapporti giornalistici indicano che l’azienda farmaceutica statunitense Eli Lilly & Co. avrebbe condizionato un investimento di 2,3 miliardi di euro in Germania a una modifica della legislazione nazionale sulla riservatezza dei prezzi dei medicinali. Una pratica, in sintesi, che potrebbe limitare la concorrenza nel mercato interno e creare condizioni di accesso diseguali per i produttori farmaceutici e che, secondo Christine Anderson del gruppo dell’Europa delle Nazioni Sovrane, racconterebbe molto dell’influenza dei big player della farmaceutica nella politica europea.
Sul caso, recentemente, Oliver Várhelyi a nome della Commissione Europea, ha ricordato con il proprio intervento, quanta distrazione sul tema aleggia dalle parti dell’Esecutivo europeo, dichiarando che “la Commissione non è a conoscenza di casi analoghi né ha condotto una valutazione specifica di questa o di altre pratiche simili in relazione alla parità di condizioni nel mercato interno”.
Telefonato, poi, il solito scarico di responsabilità della Commissione Ue: “Le competenze relative alla determinazione dei prezzi e ai rimborsi per i medicinali ricadono sotto la responsabilità degli Stati membri, come stabilito dall’articolo 168(7) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) – ha aggiunto l’esponente della Commissione von der Leyen -. Tra le pratiche adottate dagli Stati membri vi sono gli accordi finanziari di accesso gestito (MEA), che possono includere clausole di riservatezza sui prezzi dei farmaci. Tuttavia, la Commissione non ha valutato i potenziali rischi di distorsione del mercato associati a queste misure”.