Le affinità egizie dell’antica Pasteum.

La monumentalità dei templi di Paestum, l’antica Poseidonia della Magna Grecia, non sembrerebbero avere alcuna derivazione né affinità con l’architettura funeraria egiziana. Ma non è così. Lo spiega il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, in un breve video per la campagna ‘La cultura non si ferma’.

Un excursus rapido, fruibile da casa, del dibattito sugli esempi di costruzione dai tempi di Vitruvio al Settecento, fino all’età contemporanea. Perché ci fu un tempo in cui i greci passarono dai templi in materiali deperibili, come il legno, alla pietra. Le ragioni di questa evoluzione, spiega Zuchtriegel, potrebbero trovarsi nell’intensificarsi degli scambi e nella crescita della Magna Grecia che sentì il bisogno di imparare la cultura egizia per organizzare la polis, dare ordine allo spazio, elaborare la giusta simmetria.

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Insomma, l’esigenza di creare un nuovo linguaggio architettonico funzionale e rappresentativo della stessa solidità del potere. Da qui, la relazione tra il tempio funerario di Hatsheput, donna faraone, e i principi di monumentalità dell’architettura greca che, nei secoli, sono stati fonte di ispirazione, dibattito e formazione in Europa fino ad oggi, realizzando proprio quello che per lo splendore di città come Paestum i greci desideravano: un modello per l’eternità.

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