Lavoro, Massimo Temussi: “56 mila assunzioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019”.
Un mercato del lavoro in profonda crisi, con un crollo generalizzato dell’occupazione e dei contratti a tempo indeterminato. Dopo sei mesi di emergenza Covid è questa la fotografia del mercato del lavoro in Sardegna che emerge dalla pubblicazione dello studio curato dall’Osservatorio del mercato del lavoro dell’Aspal.
“Si tratta – dice Massimo Temussi direttore generale dell’Aspal – di un’analisi dettagliata che aiuta a comprendere meglio il fenomeno che ancora stiamo attraversando e anche per capire in che modi e termini si può intervenire sul mercato del lavoro che è stato colpito molto duramente dalla pandemia.”
Il quadro che emerge dal nuovo report che analizza e compara i dati recentemente pubblicati dall’Istat con quelli delle comunicazioni obbligatorie, è drammatico: il clima di incertezza e di sfiducia nel futuro è evidente: aumentano gli inattivi, cioè le persone che non cercano lavoro (secondo l’Istat la Sardegna è la seconda regione italiana in cui questo tasso è aumentato di più rispetto al secondo trimestre del 2019) .
Un dato questo che spiega anche la riduzione dei disoccupati: “Diminuiscono non perché abbiano trovato una nuova occupazione ma perchè nemmeno ne cercano una”, fanno sapere dall’ASPAL.
Lo stesso clima di sfiducia lo si respira anche per quanto riguarda le imprese. Potrebbe essere questo infatti il motivo per cui, in termini percentuali diminuiscono, più di qualsiasi altra tipologia contrattuale, i contratti a tempo indeterminato. Dai dati emerge che le donne e giovani sono coloro i quali pagano un prezzo più alto mentre i settori più colpiti sono quelli che hanno contatti diretti con le persone: ristoranti e alberghi soprattutto ma anche il settore dell’istruzione. Reggono invece il settore agricolo e quello dei servizi domestici.
Cresce quello dei servizi finanziari: un settore di piccole dimensioni per il quale la crisi ha rappresentato un’opportunità probabilmente legata alla maggiore richiesta di liquidità da parte di famiglie e imprese.
Soffermandosi sui dati il dg dell’Aspal ha evidenziato che nel periodo gennaio – agosto 2020 le assunzioni sono state “56 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-25%)”, mentre il punto più critico si è registrato in aprile con un pesantissimo -80%, mentre dopo il lockdown il dato sulle assunzioni ha cominciato a migliorare fino ad arrivare a luglio e agosto in cui si sono registrati valori superiori agli stessi mesi dell’anno precedente (+ 21% a luglio +20% ad agosto).
“Ora, è necessario contenere l’epidemia ma anche ritrovare la fiducia”nel futuro – conclude Temussi – perché solo quest’ultima è in grado di far ripartire i consumi delle famiglie, gli investimenti delle imprese e di ri-attivare le persone nella ricerca di un’occupazione”.
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