Lavoro. Le misure a sostegno dell’occupazione giovanile.

In un Paese come l’Italia, ai vertici in Europa per numero di neet pari a 2,1 milioni (fonte Istat, su dati 2020), ovvero i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni che non hanno un’occupazione, né sono inseriti in alcun percorso di studi o formazione, cosa si sta facendo per sostenere l’inclusione dei giovani?

Andando oltre gli interventi cerotto e le iniziative spot dell’attuale Governo – ultimo il Neet Working Tour del Ministero per le Politiche giovanili – qualcosa si muove per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro, principalmente attraverso l’applicazione di sgravi contributivi per i datori di lavoro.

Nella Legge di Bilancio 2022, seppur non siano stati introdotti nuovi incentivi occupazionali generalizzati, è stato confermato lo sgravio contributivo del 100% per tre anni a favore delle microimprese con meno di 9 dipendenti per i contratti di apprendistato di primo livello sottoscritti da under 25.

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Un’altra misura a favore dell’inclusione lavorativa degli under36 italiani/e è rappresentata dal cosiddetto bonus lavoro giovani che prevede l’esonero contributivo nella misura del 100% – con il limite di 6mila euro all’anno per un massimo di 3 anni – per i datori di lavoro privati per nuove assunzioni a tempo indeterminato o per la trasformazione dei contratti da determinato a indeterminato per i/le giovani fino a 35 anni. Agevolazione estesa per un ulteriore anno (per un totale di 48 mesi), nelle Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sono, però, escluse dal bonus le pubbliche amministrazioni, le aziende del settore finanziario e assicurativo e l’esonero contributivo non si applica per contratti intermittenti, a chiamata e di lavoro domestico.

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