Lavoro, Istat: +3,2 rispetto al I trimestre 2021. Pil +2,7%. Cala l’indeterminato.

Torna a crescere l’occupazione nell’ultimo trimestre. I dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate evidenziano un’ulteriore e più intensa crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (+153 mila negli ultimi tre mesi; era +63 mila nel primo trimestre 2021), sintesi di un rallentamento dell’aumento di quelle a tempo indeterminato (+42 mila; era +135 mila nello scorso trimestre) e della ripresa delle posizioni a tempo determinato (+111 mila; era -71 mila lo scorso trimestre). Nel secondo trimestre 2021 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 163 mila (+3,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 10 mila (-0,9%; Tavola 2).

In termini tendenziali, l’occupazione dipendente è in aumento in termini sia di occupati (+3,1%) sia di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+3,6%). I dati delle CO, che includono tutti i settori di attività economica, mostrano una crescita delle posizioni lavorative (+754 mila rispetto al secondo trimestre del 2020), concentrato nelle costruzioni e nei servizi (in particolare nei comparti dell’istruzione e dei servizi alle famiglie); anche i dati dell’Inps-Uniemens, registrano una sostenuta crescita delle posizioni lavorative (+677 mila in una anno).

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Su base annua, tra le posizioni lavorative a tempo indeterminato prosegue la crescita, seppur in lieve rallentamento, nei dati delle CO (+361 mila in un anno, rispetto ai +384 mila nel primo trimestre 2021. La dinamica delle posizioni a tempo determinato torna positiva nei dati delle CO (+394 mila, rispetto ai -31 mila nel primo trimestre 2021).

Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl), pur presentando un aumento in termini congiunturali(+33 mila occupati, +0,7%), continua a diminuire su base annua (-21 mila occupati, -0,4%).

Nei dati Rfl, in termini congiunturali, la sostenuta crescita dell’occupazione (+338 mila, +1,5%) si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi di 15-64 anni; su base tendenziale l’aumento degli occupati (+523 mila unità, +2,3%) e delle persone in cerca di occupazione (+514 mila, +27,0%) si accompagna al marcato calo degli inattivi (1 milione 253 mila in meno rispetto al secondo trimestre 2020).

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Considerando le CO, nel secondo trimestre 2021, il 35,1% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (+9,2 punti rispetto al secondo trimestre 2020), il 37,3% da due a sei mesi (-1,8 punti in un anno), e lo 0,6% supera un anno. Nel complesso, la quota delle durate brevi sul totale dei contratti a termine attivati nel trimestre è sensibilmente aumentata rispetto al 2020, tornando più simile ai valori precedenti la pandemia.

Dopo un calo ininterrotto dal primo trimestre del 2019 al terzo del 2020, e la ripresa a partire dal quarto 2020, nel secondo trimestre 2021 il numero dei lavoratori in somministrazione presenta una accelerazione della crescita portandosi a 435 mila unità (+122 mila, +39,0% nei dati Inps-Uniemens). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti, dopo cinque trimestri di calo consecutivo, torna a crescere in modo sostenuto (+73 mila, +63,8% rispetto all’analogo trimestre del 2020 nei dati Inps-Uniemens) attestandosi a 187 mila unità.

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Nel secondo trimestre 2021, tra i giovani di 15-34 anni si osserva il più forte aumento dell’occupazione e del relativo tasso in termini congiunturali (3,6% e 1,5 punti, rispettivamente) e, soprattutto, tendenziali (6,3% e 2,8 punti), che si associa alla variazione più accentuata del tasso di disoccupazione e al più forte calo di quello di inattività. Tra i 35-49enni l’aumento del numero di occupati è più contenuto e si accompagna a una maggiore riduzione congiunturale del numero di disoccupati e a un più intenso calo dell’inattività in entrambi i confronti. Anche tra gli ultracinquantenni si osserva una crescita dell’occupazione e una diminuzione dell’inattività ma, rispetto alle altre classi di età, tra gli over 50 si rileva un aumento della disoccupazione in termini congiunturali, a cui corrisponde una lieve crescita del tasso di disoccupazione.