Lavoro, in flessione i contratti a tempo indeterminato: -5% rispetto al 2022.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio sul Precariato, nel corso dei primi cinque mesi del 2023 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 3.408.000, nel complesso quasi allineate allo stesso periodo del 2022 (-0,6%). In flessione risultano le assunzioni dei contratti in somministrazione (-9%), a tempo indeterminato (-5%) e di apprendistato (-4%); per gli altri contratti si registra un aumento: tempo determinato +2%, lavoro intermittente +4%, stagionali +5%.
Le trasformazioni da tempo determinato fino a maggio 2023 sono risultate 340.000, ancora in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+10%). Invece le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in costante flessione (-19%), riflettendo ovviamente la contrazione delle assunzioni registrata nel 2020.
Le cessazioni nei primi quattro mesi del 2023 sono state 2.598.000, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3%). Concorrono a questo risultato i contratti a tempo indeterminato (-9%), i contratti in apprendistato (-6%), i contratti in somministrazione (-8%). In aumentano risultano le cessazioni di contratti a tempo determinato (+1%), contratti stagionali (+3%) e di lavoro intermittente (+5%).
Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati nei primi cinque mesi del 2023 – considerando quindi sia le assunzioni che le variazioni contrattuali – presentano una variazione negativa pari al -11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli esoneri contributivi totali per i giovani e le donne hanno registrato una importante flessione rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’agevolazione “Decontribuzione Sud” segna, invece, una modesta crescita (+7%) confermandosi come l’agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti.
A maggio 2023 si registra un saldo annualizzato positivo pari a 478.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +385.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +93.000 unità (dettagliatamente: +30.000 per gli intermittenti, +28.000 per gli apprendisti, +21.000 per gli stagionali, +18.000 per i rapporti a tempo determinato e -4.000 i somministrati).
Nel corso dei primi cinque mesi del 2023, rispetto al corrispondente periodo del 2022, sono aumentate le assunzioni in somministrazione a tempo indeterminato +7%, in flessione quelle a termine -10%.
Anche le cessazioni evidenziano gli stessi andamenti: in aumento quelle dei contratti a tempo indeterminato +6%, in flessione quelle dei contratti a termine -9%.
Il saldo annuale – vale a dire la variazione tendenziale – è risultato negativo a maggio 2023 (-4.000), esito di flessioni sia delle posizioni di somministrazione a tempo indeterminato (-3.900) sia di quelle a termine (-100).
La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a maggio 2023 si attesta intorno alle 17.000 unità, in aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2022; l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 250 euro.
Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a maggio 2023 essi risultano circa 12.000, in diminuzione del 4% rispetto a maggio 2022; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 192 euro.
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