Lavoro e management: la Gen Z non vuole responsabilità.
Più vulnerabili e meno propensi ad assumersi responsabilità manageriali. Questo, secondo una recente indagine di Robert Walters, è il ritratto della Gen Z italiana. Sempre più riluttante ad assumere ruoli di responsabilità sul lavoro.
Su 3600 intervistati nati tra il 1995 e il 2010, infatti, il 72% preferirebbe progredire in un ruolo individuale piuttosto che diventare manager e dover essere chiamato a gestire altre risorse umane.
Se da una parte l’appiattimento delle gerarchie aziendali prodotto dalle nuove tecnologie e da modelli di lavoro più snelli, dall’altra emerge il gap emotivo della generazione Z, cresciuta in un mondo digitale e interconnesso.
Una generazione di egoisti, “fondatori” e “imprenditori di se stessi” guardando ai vari profili social presi in considerazione durante la ricerca. Espressioni, probabilmente, di un ego non appagato e di incapacità gestionale e relazionale, dato che si cercano impieghi meno stressanti e da gestire in relativa autonomia.
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