Lavoro e formazione: in Sardegna si continua (forse) a perdere il “Filo”.

Anche a questo giro, sembrerebbe che dalle parti della Regione Sardegna, lontano dalle edulcorate note stampa, si continui a capire ben poco di formazione e politiche per il contrasto del mismatch. A suggerirlo il lancio dell’ennesimo programma regionale per la formazione – Filo Sardegna – che, come sempre avviene nell’isola, piuttosto che puntare a sostenere la formazione lavorativa all’interno delle imprese (non sia mai pensare all’analisi dei bisogni dalle nostre parti!) si continua – fino a prova contraria – con il sostegno del solito schema formativo regionale, composto da Enti e università.

L’idea di erogare risorse direttamente alle imprese per svolgere la formazione interna continua, quindi, a non stimolare alcuna riflessione nel merito neanche con questo Esecutivo. La prova provata, ma per togliersi ogni dubbio bisognerà aspettare l’analisi di impatto del programma, potrà arrivare nei prossimi tempi leggendo quindi il dato sulle performance del programma FILO Sardegna, lanciato oggi dalla Giunta Todde “per rispondere all’esigenza delle imprese di reperire risorse adeguatamente formate” e, ancora, per “dare la possibilità ai disoccupati o espulsi dal mercato del lavoro di avere un futuro lavorativo”.

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Tagliare la “filiera” della formazione e puntare tutto direttamente sulle imprese, ricordiamolo, dove i beneficiari degli interventi regionali si presume andranno a lavorare, continua a non essere una azione possibile e auspicabile in Sardegna.

Dovuta, quindi, la constatazione della capacità di complicare le cosiddette “azioni semplici” nell’Isola, suggerita dalla volontà regionale di creare attraverso Filo Sardegna “nuovi soggetti giuridici funzionali allo sviluppo delle imprese nelle filiere interessate che fungano da soggetti erogatori di corsi di formazione nei settori strategici dell’economia regionale”. 

Ma sì, con le numerose chiusure di imprese nell’isola e l’importante calo degli utili delle aziende sarde, perchè non implementare e sostenere iniziative agli antipodi della semplicità e dall’analisi dei bisogni degli imprenditori e imprenditrici della Regione Sardegna?

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Volendo infine restare nel novero delle “innovazioni regionali”, fanno sapere dalla Giunta, il primo step sarà la costituzione di ATI/ATS e dei partenariati di riferimento attraverso la pubblicazione di uno specifico avviso, che potranno presentare un “progetto capace di formare o riqualificare persone disoccupate o inoccupate, rivolto a lavoratori di tutte le età”.