Lavoro: 8 aziende su 10 pronte ad assumere, ma trovare addetti è una sfida.
Il mercato del lavoro italiano si conferma dinamico e orientato alle assunzioni: nel 2025, l’81% delle aziende ha dichiarato di voler ampliare il proprio organico, con una forte preferenza per contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, la difficoltà nel reperire nuovi dipendenti resta una delle principali difficoltà per le imprese.
Circa il 40% dei lavoratori raggiunti dall’indagine di Hays, ha confermato la propria insoddisfazione verso il proprio lavoro, con percentuali più elevate tra donne e over 50. Tra le motivazioni principali emergono scarse prospettive di carriera, stipendi poco competitivi e ruoli poco stimolanti. Il 51% dei lavoratori prevede di cambiare azienda nel 2025 alla ricerca di migliori opportunità.
Una piccola rivoluzione che sta portando i bonus aziendali ad essere sempre più centrali. Il 49% dei lavoratori considera il pacchetto benefit il principale elemento attrattivo, seguito da ruoli e progetti stimolanti (43%), ambiente lavorativo positivo (43%) e smart working (42%). Le aziende hanno colto questa tendenza, con il 61% che considera i benefit più efficaci delle opportunità di carriera per attrarre e trattenere talenti. Tra i più apprezzati troviamo il lavoro agile (53%), l’auto aziendale (46%) e l’assicurazione sanitaria privata (35%).
Nonostante le previsioni di crescita, le aziende affrontano criticità significative. Il 15% segnala una carenza di competenze specifiche, mentre il 19% fatica a trattenere il personale. La posizione più difficile da coprire? I ruoli di livello intermedio, indicati come problematici dal 57% delle imprese. Le cause principali della mancanza di talenti sono la scarsa formazione (39%), il calo di nuovi ingressi nel settore (36%) e livelli retributivi non competitivi (34%). Per colmare questo gap, l’85% delle aziende investirà in HR, con programmi di formazione (41%), strategie di retention (40%) e riorganizzazione aziendale (31%).
La convivenza tra diverse generazioni sul posto di lavoro è vista come un’opportunità: il 74% dei lavoratori considera la diversità generazionale un fattore positivo per il miglioramento delle performance aziendali. Gli over 45 riconoscono nei giovani freschezza e capacità di innovazione, mentre la Gen Z vede nei senior un punto di riferimento per esperienza e competenze. Tuttavia, alcune divergenze rimangono: i lavoratori più giovani accusano i senior di scarsa flessibilità, mentre questi ultimi vedono nei più giovani una minore priorità verso il lavoro.
foto Firmbee da Pixabay.com