Lavoratori Aras. Riunione congiunta delle commissioni Agricoltura e Personale.

Le commissioni Personale e Agricoltura hanno esaminato in una seduta congiunta, le problematiche riguardanti la vertenza dei lavoratori Aras (l’Associazione regionale degli allevatori, ora in liquidazione) il cui trasferimento all’Agenzia Laore, previsto da una legge regionale del 2018, è attualmente bloccato da un ricorso al Tar.

Alla seduta hanno partecipato anche gli assessori competenti in materia, Valeria Satta per gli Affari generali e Gabriella Murgia per l’Agricoltura, oltre al commissario straordinario di Laore Gianfranco Casu e ai rappresentanti sindacali dell’Aras.

Dall’incontro è emersa la volontà comune di evitare il licenziamento dei circa 250 lavoratori, fissato dalla procedura di liquidazione per il prossimo 31 dicembre, e percorrere tutte le strade tecnicamente e giuridicamente praticabili per salvaguardare sia il grande patrimonio di professionalità acquisito nel settore zootecnico che la piena attuazione delle misure finanziate dalla Ue per il settore, pari a circa 40 milioni di euro.

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Come hanno spiegato le esponenti della Giunta regionale Valeria Satta e Gabriella Murgia, non esistono purtroppo soluzioni a portata di mano e quelle finora ipotizzate, una mini-proroga dei rapporti di lavoro di 6/12 mesi per il tempo necessario a pubblicare i bandi di concorso, ed una più ampia di 2 anni che sarebbe consentita dallo slittamento al 2022 del ciclo di programmazione europea 2014-2020, devono essere sottoposte ad una rigorosa valutazione giuridica.

Tali soluzioni, inoltre, come ha riferito alla commissione un sindacalista, hanno già fatto registrare il parere negativo dei commissari liquidatori di Aras, formalizzato in una lettera a tutte le parti interessate. “Una posizione che mi ha lasciato perplessa”, ha commentato l’assessora agli Affari generali Valeria Satta.

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Dagli interventi dei sindacalisti confederali e autonomi è emersa la forte preoccupazione per la sorte dei lavoratori, duramente provati da una vertenza della quale non si intravede la fine. Alcune sigle hanno annunciato il ricorso alle vie legali per la tutela dei loro diritti, altri hanno insistito sulla necessità di trovare soluzioni di transizione in attesa della pronuncia del Tar, altri ancora hanno rivolto un appello al Consiglio regionale per una “leggina” di emergenza.