Lavorare con i giovani e per i giovani: il futuro in Italia degli Youth Workers.
Inaugurato oggi a Napoli l’innovativo progetto di alta formazione nato dall’intesa tra l’Agenzia Nazionale per i Giovani, Fondazione Santobono-Pausilipon e l’Università Suor Orsola Benincasa per la formazione degli Youth Workers, ovvero gli operatori giovanili.
Lavorare in ambito socio-educativo con i giovani e per i giovani sarà il compito dei primi laureati italiani specificamente formati in ambito universitario post lauream per diventare youth worker, l’animatore socio-educativo per i giovani considerato dall’Unione Europea tra le nuove figure professionali più innovative.
“Se c’è una cosa che la crisi innescata dal Covid-19 ha dimostrato è che la società, per risolvere i propri problemi, ha bisogno di competenze – ha spiegato il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro – ed è per questa ragione che per molti giovani si potrà rivelare una scelta di fondamentale importanza aver voluto investire su di un percorso accademico di qualità per la formazione di una figura professionale così importante e così fortemente richiesta dal mercato anche a livello europeo”.
In Europa sono operativi circa 2 milioni di youth workers e sono perlopiù giovani tra i 18 ed i 35 anni. Si tratta di animatori socioeducativi che facilitano l’apprendimento e lo sviluppo personale e sociale dei giovani, affinché diventino cittadini autonomi e responsabili attraverso la partecipazione attiva ai processi decisionali e l’inclusione nelle rispettive comunità. “In questo quadro – spiega Lucia Abbinante, direttrice generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani – il Master all’Università Suor Orsola Benincasa rappresenta un tassello importante per la valorizzazione e il riconoscimento professionale di questa figura, sulla scia della terza youth work convention di Bonn che intende muovere passi determinanti per il presente e il futuro di questo ruolo nella società”.
Il lavoro degli youth workers, come evidenzia la Abbinante, “sarà oltretutto fondamentale in tema di coinvolgimento e partecipazione giovanile, anche e soprattutto a seguito delle conseguenze della pandemia, per sviluppare un modello di apprendimento non formale che si basa anche su collaborazione intergenerazionale”.
Anche in vista della nuova programmazione europea, Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà 2021-2027, appena partita, questo nuovo progetto di alta formazione italiano pone certamente solide basi per dare ai giovani sempre più opportunità di crescita.
L’obiettivo formativo di questo innovativo percorso di studi (che assegna ben 60 CFU universitari e conferisce anche i 24CFU specificamente richiesti nei concorsi per l’insegnamento) è quello di costruire un profilo professionale versatile capace di promuovere la partecipazione dei giovani alla società coniugando apprendimento formale e non formale e promuovendo l’inclusione attraverso forme di attivazione dei soggetti, in presenza di situazioni di rischio di esclusione sociale o altro svantaggio, sia in forma di volontariato sia in forme di autoimprenditorialità, anche utilizzando le risorse digitali.
“Si tratta di un percorso fortemente innovativo – sottolinea Fabrizio Manuel Sirignano, direttore del Centro di Lifelong Learning del Suor Orsola – che darà a questi primi professionisti in animazione socio-educativa per i giovani un titolo universitario di Master dall’indubbio valore formale e sostanziale e che nasce da uno studio attento dei documenti europei in materia e di una progettazione sinergica con gli attori istituzionali, in primis con l’Agenzia Nazionale per i Giovani”.
In questa prima edizione la didattica si svolgerà in modalità interamente digitale da aprile a novembre 2021 e sarà integrata anche da opportunità di esperienze on the job. Le lezioni saranno in diretta, ma anche on demand e quindi sempre fruibili per conciliare le esigenze anche professionali degli allievi.
“Finalmente, con questo Master si potrà colmare un vuoto importante nella presa in carico del disagio delle categorie più fragili che potranno contare su figure professionali competenti e strutturate che daranno vita a quella famosa economia solidale così importante per consentire a chi vive ai margini di emanciparsi dal disagio e rientrare in una vita di normalità emotiva e produttiva”. Così i vertici della Fondazione Santobono-Pausilipon hanno sottolineato una delle ricadute più importanti di questo nuovo percorso formativo.
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