Latte e zootecnia, CREA: latte con proprietà nutraceutiche e bovini con migliori caratteri funzionali.
Dalla ricerca CREA, arrivano nuove ed interessanti prospettive per la zootecnia da latte ed il comparto lattiero caseario con il progetto Miqualat, finalizzato a migliorare la qualità nutrizionale del latte con un’alta percentuale di molecole funzionali ad azione prebiotica favorendo una ripresa dei consumi italiani, calati negli ultimi otto anni di circa l’11%, e il progetto Reddbov per ridurre le problematiche legate alla riproduzione, alla salute e longevità degli animali, mediante l’adozione di piani di incrocio tra razze diverse.
Più nel dettaglio, il progetto Miqualat, coordinato da Alessandra Crisà, ricercatrice del CREA Zootecnia e Acquacoltura, consiste nell’individuazione di animali che producano latte naturalmente arricchito in composti prebiotici bioattivi e principi protettivi. In particolare, viene caratterizzato il latte di alcuni tipi genetici di specie bovina, sia per la presenza di molecole funzionali con effetti benefici sulla salute umana e con una intrinseca capacità protettiva e antiossidante, sia per la minore presenza di zuccheri.
I primi risultati hanno dimostrato che alcuni parametri misurati nel latte di diverse razze di bovini utilizzate (Frisona, Pezzata Rossa ed incroci 50/50) sono in grado di differenziarle: sia acidi grassi dalle proprietà salutari che due tipologie di acidi sialici Neu5AC e Neu5GC sono distribuiti in modo diverso tre le razze analizzate e presentano una concentrazione diversa nel corso della lattazione.
Il progetto Reddbov, invece, mira a valutare i possibili benefici dell’incrocio tra la razza da latte Frisona e la razza a duplice attitudine Pezzata Rossa. Tale prova costituisce, secondo i ricercatori, la base di partenza per un successivo sviluppo a lungo termine di ricerche necessarie alla comprensione delle basi genetiche che sottendono il fenomeno dell’eterosi e alla valutazione e quantificazione di caratteri produttivi e riproduttivi. Grazie alla creazione di una mandria sperimentale composta da tre gruppi di vacche, è stato dimostrato che i vitelli della razza incrociata si ammalano di meno rispetto a quelli delle razze in purezza e alcuni parametri riproduttivi evidenziano l’effetto positivo dell’eterosi. La mandria ottenuta costituisce una popolazione sperimentale di riferimento permanente, un “laboratorio vivente” capace di produrre risultati dei quali potranno beneficiare gli allevatori qualora volessero introdurre questi schemi di incrocio nei loro allevamenti.
In prospettiva, le analisi genomiche permetteranno di identificare caratteri a bassa ereditabilità quali caratteri riproduttivi e la resistenza alle malattie. La resistenza alle malattie dei diversi tipi genetici si potrà, così, tradurre in un minor utilizzo di medicinali per le cure e in una migliore e più salutare qualità dei prodotti di origine animale. Inoltre, quanto finora emerso indica una resa economica positiva per gli allevatori che utilizzano una razza da incrocio in grado di manifestare i caratteri positivi delle razze in purezza di partenza (prezzo di vendita dei vitelli e minori spese veterinarie).