L’Armenia attacca l’Azerbaigian davanti alla Corte internazionale di giustizia.

Giovedì 12 ottobre, l’Armenia ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) dieci misure provvisorie contro l’Azerbaigian nel caso riguardante l’applicazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.

Tra i sostenitori delle istanze dell’Armenia c’è il Centro europeo per il diritto e la giustizia (ECLJ): “È improbabile che l’Azerbaigian smilitarizzi il Nagorno-Karabakh, primo passo del suo progetto espansionista e irredentista che minaccia esplicitamente la stessa Armenia. Tuttavia, gli armeni del Nagorno-Karabakh devono poter restare, partire o tornare in sicurezza. La pulizia etnica che stanno affrontando è inaccettabile e il loro diritto a vivere nella loro terra ancestrale deve essere protetto”.

Inoltre, l’Armenia richiede che la Corte ordini all’Azerbaigian di non “ alterare o distruggere alcun monumento commemorativo del genocidio armeno del 1915 o qualsiasi altro monumento o manufatto o sito culturale armeno presente nel Nagorno-Karabakh, prosegue l’ECLJ: “Sul 75% del territorio del Nagorno-Karabakh riconquistato dall’Azerbaigian nel 2020, tutti gli armeni erano fuggiti e tutto il loro patrimonio era stato distrutto”.

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Lo scorso 28 dicembre 2022, ricordano dal centro, l’Armenia aveva chiesto alla Corte internazionale di giustizia di ordinare all’Azerbaigian di ripristinare il libero accesso al corridoio Lachin, che in effetti aveva deciso con ordinanza del 22 febbraio 2023.

L’ECLJ sta già esercitando pressioni sul Consiglio d’Europa affinché sospenda o escluda l’Azerbaigian dalla sua adesione. Una decisione favorevole all’Armenia da parte della Corte Internazionale di Giustizia sarebbe un segnale forte e un sostegno ai deputati dell’Assemblea del Consiglio d’Europa per mobilitarsi contro l’Azerbaigian.

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