Danilo Oscar Lancini (ID): “Commissione verifichi destinazione fondi UE per la Libia”.
Come sono monitorati i fondi UE per la Libia dalla Commissione von der Leyen? E’ garantito il contrasto all’appropriazione indebita delle risorse europee da parte di miliziani e trafficanti libici? In una recente interrogazione dello scorso gennaio, Danilo Oscar Lancini, eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia ha rivolto queste domande alla Commissione europea.
La destinazione dei fondi UE verso la Libia richiede maggiori verifiche e controlli per il deputato italiano: “Nel solo 2019 l’UE ha investito più di 327 milioni di euro in Libia, con un’ultima tranche da 41 milioni approvata a dicembre. Una recente inchiesta dell’Associated Press (a conferma di analoghe rivelazioni emerse nel 2017) ha denunciato come alcuni fondi stanziati dalla Commissione e giunti in Libia attraverso agenzie dell’ONU come OIM e UNHCR sarebbero finiti nella disponibilità di organizzazioni criminali e bande di miliziani”.
Tra le strutture maggiormente sotto accusa, nell’indagine dell’AP, c’è il Centro di evacuazione di Tripoli, dove milioni di euro di appalti per le forniture di cibo sarebbero finiti a personaggi a libro paga delle milizie ed alcune mail interne delle agenzie ONU dimostrerebbero che i funzionari stessi fossero al corrente della situazione. Denaro probabilmente riciclato nella vicina Tunisia per l’Associated Press.
A nome della Commissione ha risposto Olivér Várhelyia, Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato: “Dal 2015 l’UE ha mobilitato 408 milioni di EUR in Libia a sostegno di azioni in materia di migrazione nel quadro del Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa (EUTF) per iniziative incentrate sulla protezione e sull’assistenza di migranti e rifugiati, sulla stabilizzazione dei comuni e sulla gestione delle frontiere. Nell’ambito dell’assistenza bilaterale l’UE offre un ulteriore sostegno alla governance e alla pubblica amministrazione, allo sviluppo del settore privato, all’erogazione dei servizi, alla società civile, ai giovani e all’educazione. L’approvvigionamento alimentare non rientra negli ambiti d’intervento, salvo in situazioni di grave emergenza, come stabilito con l’accordo di tutti gli operatori umanitari in Libia. Tutti i progetti dell’EUTF sono attuati dalle agenzie delle Nazioni Unite, dalle agenzie per lo sviluppo degli Stati membri dell’UE e da organizzazioni non governative internazionali. Tutti i partner esecutivi rispettano la politica sul dovere di diligenza delle Nazioni Unite in materia di diritti umani garantendo che i finanziamenti non finiscano nelle mani di entità che commettono attività criminali o violazioni del diritto internazionale umanitario, dei diritti umani e dei rifugiati. L’UE dispone di vari strumenti per verificare e garantire l’assenza di frodi o di abuso dei fondi da parte di soggetti esterni indipendenti, quali il monitoraggio orientato ai risultati e, in casi estremi, la sospensione delle attività. Finora non è stato così.L’EUTF ha sostenuto con 1,97 milioni di EUR la riabilitazione della Struttura di raccolta e partenza (Gathering and Departure Facility) di Tripoli al fine di renderla un luogo di transito temporaneo adeguato per le evacuazioni umanitarie. La Struttura di raccolta e partenza ha lo scopo di garantire un riparo sicuro alle persone vulnerabili bisognose di protezione internazionale in attesa di evacuare in paesi terzi sicuri. Nel 2019 un contratto firmato con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati prevedeva 211 680 EUR per coprire i costi ricorrenti della Struttura (ristorazione, pulizie e manutenzione). Questi servizi di base sono forniti nel rispetto della politica sul dovere di diligenza delle Nazioni Unite in materia di diritti umani”.