L’America apre alle armi a lungo raggio e l’Ue si aggiunge con le sanzioni.
Dopo l’avvelenamento dei pozzi per la riapertura dei tavoli diplomatici, avvenuta con la rimozione della riserva verso il Governo di Kiev per l’utilizzo delle armi a lungo raggio, deciso 4 giorni fa dall’Amministrazione (ricordiamolo democratica) di Joe Biden, anche l’Ue, attraverso il suo Consiglio, non ha mancato di infilarsi nel binario dell’escalation, ampliando oggi le misure restrittive verso alcuni Paesi ritenuti complici “dell’aggressione militare della Russia in Ucraina”.
Misure che hanno toccato, in particolar modo, l’Iran, nazione colpita ora dal divieto di esportazione, trasferimento, fornitura e vendita dei Paesi Ue di componenti nello sviluppo della produzione di missili e droni.
Come sempre non mancheranno i Big Player del settore militare europeo che, tramite altri canali, continueranno nel commercio di tali tecnologie con lo Stato iraniano ma, restando nel perimetro della narrazione “pseudo democratica” dell’Ue, bisognava fare comunque qualcosa per seguire il gesto pro escalation dell’alleato americano. Insomma, bisognava dare un segno di vita.
In particolare, il Consiglio ha adottato misure restrittive verso l’Islamic Republic of Iran Shipping Lines (IRISL), il vettore marittimo nazionale irniano, e il suo direttore, Mohammad Reza Khiabani, reo, secondo il Consiglio, ovviamente, di aver impiegato imbarcazioni per la spedizione di droni per conto della Marina militare del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran.
Colpite, infine, anche altre tre compagnie di navigazione, ma russe: la MG Flot , VTS Broker e l’Arapax, le cui navi, reca la nota del Consiglio dell’Ue, “sono coinvolte nel trasporto di armi e munizioni di fabbricazione iraniana, compresi componenti di UAV, attraverso il Mar Caspio per rifornire le truppe russe che combattono in Ucraina”.
Chissà come trasporteranno le armi i democratici Paesi europei e gli stessi Stati Uniti d’America…