L’Algeria (partner Ue) perseguita i cristiani algerini.

Il 2 luglio 2024, il Centro europeo per il diritto e la giustizia ha organizzato una conferenza presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra per sostenere la causa dei cristiani algerini, perseguitati per la loro fede dal governo algerino. L’iniziativa, promossa da Jubilee Campaign, una ong che difende i cristiani perseguitati, ha fatto il punto sulle restrizioni alla libertà di riunione pacifica, di esercizio della propria fede e di associazione per i cristiani algerini.

Mentre la Costituzione algerina – ricordano i promotori della conferenza – garantisce in linea di principio la libertà di espressione, il diritto algerino condanna penalmente tutto ciò che può tendere a “convertire un musulmano a un’altra religione” o a “scuotere la fede di un musulmano”. Le autorità algerine, inoltre, non concedono più lo status di associazione religiosa alle chiese evangeliche e non riconoscono più i loro luoghi di culto, chiudendoli abusivamente in sprezzo al minimo principio dello Stato di diritto.

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Per capire le dimensioni del fenomeno basta poi leggere i numeri. L’Algeria, infatti, conta circa 144.000 cristiani su una popolazione totale di 46 milioni. La maggior parte di questi cristiani è di nazionalità algerina e si è convertita al cristianesimo negli ultimi decenni.

Di conseguenza, oggi, quarantatré delle quarantasette chiese della Chiesa protestante d’Algeria sono chiuse e almeno diciotto cristiani rischiano pene detentive a causa della loro religione. Uno di questi cristiani è il vicepresidente della Chiesa protestante d’Algeria, il pastore Youssef Ourahmane, condannato in appello il 2 maggio 2024 a un anno di prigione, sei mesi sospesi e 100.000 dinari di multa per aver celebrato un servizio di culto non autorizzato.

Tutti i cattolici che fanno proselitismo in qualsiasi modo sono passibili di persecuzione penale e di espulsione se non sono cittadini algerini.

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Di conseguenza, l’Algeria oggi si colloca tra i Paesi che meno rispettano la libertà religiosa. L’Algeria è al 15 ° posto nel World Christian Persecution Index 2024 ed è stata inserita nella lista dei paesi da tenere d’occhio attentamente dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) dal 2021 “per gravi violazioni della libertà religiosa”. Nonostante ciò la democratica Unione europea ritiene il Paese africano un partner fondamentale per l’Europa…

In considerazione della portata della tragedia che stanno affrontando i cristiani in Algeria, è stato poi presentato un rapporto sulle sentenze arbitrarie subite da cristiani come Hamid Soudad, condannato nel gennaio 2021 a cinque anni di prigione per aver pubblicato una caricatura di Maometto su Facebook e infine graziato nel luglio 2023. Anche gli stessi musulmani non sono risparmiati dal regime di intolleranza religiosa, come ricordato dal caso dell’islamologo Saïd Djabelkhir, condannato nell’aprile 2021 a tre anni di prigione per aver affermato che alcune pratiche musulmane sono antecedenti all’Islam e sono di origine pagana.

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Il Governo algerino, ricordano dall’ECLJ, il Centro Europeo per la Legge e la Giustizia, “ha una visione molto negativa delle conversioni musulmane al cristianesimo, che si sono moltiplicate dall’inizio degli anni 2000. Si dice che queste conversioni contraddicano l’identità algerina, che è definita come arabofona e musulmana. Il Governo equipara inoltre i cristiani, la maggior parte dei quali vive in Cabilia, ai combattenti per l’indipendenza della regione. Per contrastare la diffusione del cristianesimo, nel 2006, il governo ha adottato l’ordinanza n. 06-03. Questa ordinanza stabilisce le condizioni e le regole per l’esercizio delle religioni non musulmane, le cui disposizioni consentono una discriminazione specifica contro i cristiani”.

foto Jori Samonen da Pixabay.com