La zona rossa non tiene in casa i cagliaritani.
Cagliari 24 aprile 2021. Se non fosse per le mascherine indossate dai passanti, sembrerebbe un sabato mattina come tanti altri. Anziani che si godono il sole primaverile, genitori che spingono passeggini, ragazze che passeggiano accanto alle vetrine.
DPCM alla mano dovrebbero tutti essere confinati in casa con le note deroghe previste per “motivi di lavoro, salute , stato di necessità, attività sportiva o motoria nei pressi della propria abitazione”.
Dopo un anno di fallimenti nella gestione dell’emergenza, tuttavia, in pochi avvertono il dovere di rispettare i divieti di un ministro che impone gli arresti domiciliare per evitare il congestionamento degli ospedali ma ai malati di covid prescrive tachipirina e vigile attesa.
Non si pensi, però, a un generale disinteresse o menefreghismo. Al contrario, i comportamenti sono prudenti e rispettosi come è doveroso sia in una situazione d’emergenza.
Nulla a che vedere con la rappresentazione caricaturale di un’umanità di “spritzomani”, fatta da cassandre chiusuriste o da certi medici (in Sardegna ce ne sono diversi e hanno ampio risalto) che, con un mano salvano vite, con l’altra condannano l’umanità intera nelle loro pagine facebook.
L’idillio primaverirle è però di breve durata. I negozi chiusi ci ricordano che, mentre tanti si godono questa giornata d’aprile, altri assistono impotenti al fallimento dei loro progetti di vita. Altri ancora, i più giovani, non sanno se e quando potranno tornare in classe con regolarità. L’istruzione, un tempo unica eccellenza di questo Paese mediocre, è ridotta ora a un’alienante chat on line da cui tutti vogliono scappare.
Osservando la compostezza dei cagliaritani che “violano” i DPCM nelle sue disposizioni più demenziali e irritanti, viene spontaneo domandarsi se il sistema di chiusure non abbia portato più danni che benefici. Noi sospettiamo che divieti e minacce mai arriveranno dove potrebbero arrivare responsabilità e senso di comunità.
Non ce ne vogliano di ciò i “Catoni” pandemici che ululano senza sosta nei social media.