La zona franca in Sardegna parte dal piccolo comune di Giave.

Dalla personale battaglia della sindaca di Giave, Maria Antonietta Uras, parte il tentativo di dare forma ad un sistema fiscale tanto discusso ma, nel contempo, mai inserito nell’agenda politica della Regione. Per fare il punto sulla zona franca, il 10 gennaio alle ore 18.00 , presso il centro sociale di Giave, inizierà la conferenza- dibattito animata dalla stessa sindaca Uras, dal segretario del Movimento Zona Franca, Francesco Scifo e da Maria Rosaria Randaccio, ex intendente di finanza e altra pasionaria della zona franca.

Una conferenza indetta dalla sindaca di Giave anche per ribadire la mancanza di chiarezza riportata, nei giorni precedenti, su alcuni quotidiani regionali, secondo i quali gli enti preposti avrebbero risposto negativamente sulla questione zona franca. In un comunicato del 5 gennaio la Uras precisa che: “Le deliberazioni 112 e 119 del mese di dicembre 2017, i due atti che hanno permesso l’istituzione della zona franca nel territorio di Giave non sono mai state eccepite e/o opposte in giudizio dagli enti preposti. Il comune di Giave ha agito nel rispetto della normativa vigente che mai è stata attuata dagli organi politici incaricati”. Una precisazione che riassume le posizioni della sindaca. La stessa Uras lamenta , inoltre, che da ben 30 giorni dall’adozione delle delibere , nessuna risposta ufficiale sarebbe giunta al comune di Giave, ma sarebbero pervenuti solo alcuni commenti da parte di alcuni esponenti politici. Insomma un comportamento non in linea con le procedure amministrative previste.

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Un braccio di ferro inasprito da un altro giudizio personale della sindaca sulle motivazioni alla base dell’inerzia della Regione Sardegna nel rendere operativo il diritto dei sardi di poter usufruire delle franchigie fiscali. “In quanto ben consapevoli che con l’istituzione di un regime fiscale di zona franca al consumo si presuppone la conoscenza dell’entità della spesa pubblica regionale e , di conseguenza, lo spreco di denaro pubblico, una certa classe politica, in tutti questi anni, è stata avversa nel rendere operativa la zona extradoganale al consumo.

Alimenta poi la polemica, secondo Uras, la proposta, da parte di alcuni esponenti della Giunta Pigliaru, di introdurre la zona economica speciale anzichè la zona franca. Un’idea, come affermato dalla stessa Uras, “Che suona come un’offesa all’intelligenza dei sardi”.

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In un altro comunicato il capo dell’amministrazione comunale di Giave consiglia agli onorevoli regionali e ai sindaci di leggere le indicazioni contenute nelle deliberazioni 112 e 119, in modo da evitare speculazioni superficiali sul tema e affermando, nello stesso tempo, di non essere interessata a sollevare un polverone mediatico e strumentalizzare il dibattito per fini elettorali, in vista delle prossime elezioni regionali.

Polemiche a parte nella delibera della Giunta comunale di Giave si afferma che alla luce del quadro normativo nazionale e soprattutto europeo, appare evidente che il diritto “armonizzato” delle Zone Franche extradoganali o integrali e al consumo risulti disciplinato sia per l’Italia che per la Sardegna intera . Risulterebbe perciò erronea, come riportato nel documento, l’interpretazione della normativa europea da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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