La storia dimenticata dell’aeroporto segreto di Cagliari.

Sardegna 1943, la guerra infuria nell’Isola. Gli attacchi aerei alleati si susseguono incessantemente facendo di Cagliari un cumulo di rovine fumanti. Obbiettivo del martellamento dal cielo è indurre l’Asse a credere che l’imminente sbarco alleato avverrà in Sardegna. In ossequio a tale sanguinoso stratagemma le incursioni si concentrano sui tre aeroporti militari del sud Sardegna: Elmas, Decimomannu e Monserrato. Vi è però un quarto aeroporto la cui esistenza è ignorata da tutti, alleati inclusi. Progettato inizialmente come campo di volo secondario, diviene negli anni un centro segreto per il collaudo di prototipi e infine, nell’imminenza di un’invasione dal mare, avamposto di difesa aerea. L’aeroporto si trova nell’area di Macchiareddu, tra i comuni di Capoterra e Assemini. In caso di sbarco, da li le squadriglie italiane attaccheranno le forza nemiche sulla vicina spiaggia. Come da piano lo sbarco avviene poi in Sicilia e in Sardegna gli Alleati vi giungono senza sparare un colpo a seguito dell’armistizio dell’8 Settembre. Di li a poco con la fine della guerra la vita riprende faticosamente il suo corso, gli avamposti militari vengono abbandonati e dell’aeroporto segreto di Macchiareddu si perde ogni ricordo, anche fra i pochi che ne hanno conosciuto l’esistenza.

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Nei decenni successivi, tuttavia, fra gli abitanti della zona iniziano a circolare voci su di una vecchia base segreta. Gli anni della guerra sono però un ricordo che ci si vuole lasciare alle spalle e nessuno vi presta seriamente attenzione fino a quando, in tempi recenti, le voci giungolno all’orecchio del Professor Copparoni, Presidente dell’Associazione Amici di Sardegna. Intuendo che non si tratta di semplici dicerie il Professor Copparoni inizia un lavoro di indagine che, tra visite sul campo e consultazione della scarsa documentazione d’archivio, lo portano a identificare l’area del vecchio aeroporto.

Accompagnati dal Professor Copparoni abbiamo visitato il sito . Il vecchio aeroporto si trova dalle parti della strada statale che attraversa Macchiareddu e vi si arriva percorrendo un breve tratto di strada bianca. Una volta giunti sul posto nulla apparentemente sembra indicare la presenza in passato di un aeroporto. Filari di alberi, cespugli, terreni incolti e poco altro. A uno sguardo più attento però alcuni importanti dettagli catturano la nostra attenzione. Alla nostra sinistra, semi nascosto nella vegetazione, un grande bunker anti aereo; sulla  destra, in lontananza, grandi edifici dall’inconfondibile stile architettonico fascista. Di fronte a noi, infine, una sorta di lungo sterrato dai margini incerti: capiamo di trovarci esattamente lungo la vecchia pista d’atterraggio. L’emozione è forte. Ci guardiamo intorno e con uno sforzo di fantasia cerchiamo di immaginare l’aeroporto negli anni del conflitto. In questo luogo oggi silenzioso e appartato avremmo certamente assistito al brulicare frenetico di soldati, personale e mezzi vari.

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Ci rimettiamo in macchina e con grande sorpresa constatiamo che nella zona vi è un altro numero di edifici e bunker; la base doveva avere un’estensione notevole. Un abitante della zona ci accoglie nella sua proprietà al cui interno vi è un imponente bunker. Vi accediamo e ci sembra di viaggiare nel tempo. Tutto qui dentro è ben conservato. Sulle pareti vi sono ancora le scritte e i graffiti fatti dai militari negli anni della guerra.  Usciamo del bunker e visitiamo un edificio militare a poca distanza. La struttura dell’edificio, gli ambienti, gli stessi colori sbiaditi alle pareti, ogni elemento di questo luogo ci riporta a quel terribile periodo.

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Con quest’ultima “esplorazione” si conclude la nostra visita all’aeroporto segreto di Cagliari. Andiamo via portando con noi la sensazione che solo il “toccare con mano” la storia ci da. Una sensazione che si avverte in luoghi nei quali sembra di rivivere in epoche conosciute solo attraverso i libri.

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