La stagione di prosa e danza del CeDAC.
Si alza il sipario sulla stagione di prosa e danza 2021-2022 del CeDAC, il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Quattordici titoli in cartellone dal 6 ottobre fino al 5 aprile con i grandi protagonisti della scena, come Anna Foglietta, Vinicio Marchioni e Paola Senatore, per citarne alcuni.
Un ricco e intrigante cartellone che spazia tra prosa e poesia, con un omaggio a Dante Alighieri e affascinanti storie di sport, tra un viaggio nell’America di Tennessee Williams e un affresco dell’Italia del Novecento, un ritratto di famiglia e un’indagine sul tema della maternità e sui rapporti di potere, oltre alla rivelazione della forza salvifica o corrosiva delle parole che possono (s)travolgere il senso di un’amicizia. E ancora il racconto di una metamorfosi che anticipa il tema attualissimo del gender fluid, affascinanti coreografie ispirate alla musica di Gioachino Rossini e alle signore del rock e vertiginosi assoli a ritmo di flamenco e bolero, jota e sevillana con variazioni “neoclassiche”, una riflessione sui temi ambientali e un invito alla fratellanza e all’armonia tra i popoli sulle note del beethoveniano “inno alla gioia”.
Ouverture mercoledì 6 ottobre alle 21 al Teatro Verdi con “Intelletto d’Amore / Dante e le donne”, il nuovo spettacolo di Lella Costa, scritto insieme a Gabriele Vacis (che firma la regia), per un viaggio tra i Canti della “Divina Commedia” in cui emergono figure femminili come Beatrice, icona dell’amore idealizzato ma anche guida verso la salvezza e Francesca da Rimini, punita tra i lussuriosi per la liaison per il cognato e simbolo della passione, e poi Taide, celebre meretrice, rea di adulazione nell’“Eunuchus” di Terenzio. Lella Costa dà voce anche a Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, in un sapiente intreccio fra verità e finzione, vita e arte.
Il gioco del calcio tra dedizione e cinismo – martedì 2 novembre alle 21 – in “The Red Lion” di Patrick Marber con Nello Mascia e Andrea Renzi per la regia di Marcello Cotugno: un’indagine sul mondo dello pallone, a livello dilettantistico, tra passione e talento, tra futuri campioni e manager senza scrupoli. “The Red Lion” mette a confronto sogni e aspirazioni delle giovani promesse e spregiudicatezza e avidità di chi vorrebbe sfruttarne il talento, per una riflessione «sulla lealtà e il senso di appartenenza», in un alternarsi di poesia e crudo realismo: una pièce avvincente dove lo sport diventa metafora dell’esistenza, tra perdita dei valori e disincanto.
S’intitola “Boomerang – gli illusionisti della Danza” il nuovo spettacolo di RBR Dance Company Illusionistheatre, con le coreografie di Cristiano Fagioli, Cristina Ledri e Alessandra Odoardi, in cartellone lunedì 8 novembre alle 21: un racconto per quadri sugli effetti dell’inquinamento e dei mutamenti climatici, dallo scioglimento dei ghiacciai alla vita frenetica nelle città, con l’immagine di «un’umanità intrappolata nella sua gabbia di vetro», alle profondità marine ormai «sature di plastiche». Uno spettacolo che invita al rispetto dell’ambiente e a una riflessione sulle responsabilità individuali e collettive nella tutela del pianeta, davanti al rischio di una catastrofe imminente.
Cronaca poetica e immaginifica di una metamorfosi – venerdì 26 novembre alle 21 – nei “Quadri” tratti da “Lili Elbe Show” con le coreografie di Sasha Riva & Simone Repele: si ispira alla vicenda del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener (da cui è stato tratto un libro e poi un film, “The Danish Girl”) il racconto di una trasfigurazione. In una progressiva scoperta della sua vera personalità e delle sue reali inclinazioni, Einar diventa Lili Elbe, dapprima per gioco, posando come “modella”, per assumere infine l’identità femminile. Una femme fatale rappresenta la sua anima, messa a nudo, e una cornice segna il confine tra vita e sogno.
Federico Buffa racconta in “Amici Fragili” – martedì 30 novembre alle 21 in prima nazionale al Teatro Verdi – l’incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André, al termine di una partita tra il Genova e il Cagliari, nell’anno in cui la squadra sarda avrebbe vinto lo scudetto. Sulla colonna sonora disegnata da Alessandro Nidi (pianoforte e tastiere) e Marco Caronna (chitarre, voci, percussioni) e impreziosita da una versione di “No potho reposare” firmata da Paolo Fresu, il giornalista e storyteller ricostruisce un dialogo punteggiato di silenzi. Una conversazione di una notte tra il cantautore ligure che ha saputo dar voce agli ultimi e il grande campione, il leggendario “Rombo di Tuono”, che inizia dalla struggente “Preghiera in Gennaio” e continua, fino all’alba.
La Stagione di Prosa e Danza 2021-2022 prosegue al Teatro Comunale di Sassari da lunedì 20 dicembre alle 21 tra affascinanti intrecci di teatro e cinema con “I Soliti Ignoti”, trasposizione del capolavoro di Mario Monicelli, con Vinicio Marchioni (sua anche la regia) e Giuseppe Zeno e con Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla e Antonio Grosso, che restituisce un vivido affresco del Belpaese nel secondo dopoguerra. Uno dei film simbolo della commedia all’italiana approda sulla scena tra le infelici “imprese” di un gruppo di maldestri malfattori e le vicende della gente comune: «una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato» – sottolinea Vinicio Marchioni -. «La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, in tante zone d’Italia. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere».
Tutta la sensualità del flamenco e il fascino delle danze tradizionali spagnole – venerdì 7 gennaio alle 21 – con “A Night with Sergio Bernal”: riflettori puntati sull’artista madrileno, stella della danza internazionale, già primo ballerino del Balletto Nazionale di Spagna, in una performance ammaliante e ricca di pathos, con le coreografie create da Ricardo Cue per la Sergio Bernal Dance Company. Tra ritmi di flamenco e di bolero e i passi della jota e della sevillana, Sergio Bernal incarnerà sulla scena lo spirito inquieto e malinconico, il misterioso “duende” di Federico Garcia Lorca, alternando gli stilemi dei balli popolari e gli spettacolari assoli espressione della cultura gitana a pezzi neoclassici, sposando la perfezione e l’eleganza della danza classica e il fuoco e il senso del dramma delle danze d’Andalusia e Spagna.
Un duplice appuntamento – giovedì 13 gennaio alle 21 e venerdì 14 gennaio in matinée – con “Un tram che si chiama Desiderio” di Tennessee Williams con Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci per la regia di Pier Luigi Pizzi: un dramma che svela il lato oscuro del sogno americano e mette l’accento sull’oppressione familiare, stigmatizzando l’ipocrisia e il perbenismo della società. La pièce – da cui è tratto l’omonimo, pluripremiato film di Elia Kazan con Marlon Brando e Vivien Leigh – racconta il conflitto tra Blanche, una donna raffinata e sensibile, ma profondamente e forse indelebilmente segnata da una tragedia familiare, e Stanley, il marito della sorella, un uomo rozzo e volgare, che finirà con lo spingerla oltre il confine della follia.
Alessandro Gassmann firma la regia de “Il silenzio grande” di Maurizio De Giovanni, in programma martedì 1 febbraio alle 21 – con Massimiliano Gallo, Stefania Rocca, Monica Nappo, Paola Senatore e Jacopo Sorbini: un ritratto di famiglia che ha come fulcro la casa, spazio simbolico dove affiorano i nodi irrisolti e le incomprensioni, tra l’inarrestabile scorrere del tempo e i mutamenti dettati dall’esperienza e dall’età. Quel che si sarebbe potuti essere e quel che si è diventati, lo scarto tra sogni giovanili e consapevolezza adulta, in «uno spettacolo dove tra le verità che i protagonisti si dicono, a volte si urlano o si sussurrano, come sempre accade anche nei momenti più drammatici – sottolinea Gassmann – possono esplodere risate, divertimento, insomma la vita».
Sulle note di Ludwig van Beethoven – giovedì 17 febbraio alle 21 – i danzatori della Compagnia Zappalà interpretano “La nona (dal caos, il corpo)”, una creazione di Roberto Zappalà incastonata nel progetto Transiti Humanitatis che esprime il sentimento della fratellanza universale (Premio Danza & Danza 2015 – Produzione Italiana dell’Anno). Una partitura per corpi in movimento, spiriti danzanti che incarnano sentimenti e stati d’animo, tra paure e speranze, allegria e tristezza, in un gioco di luci e ombre dove la musica, nella trascinante e virtuosistica trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt e il canto dell’“Inno alla gioia” conducono verso una perduta e forse finalmente ritrovata armonia.
Il potere ambiguo del silenzio, delle parole non dette – martedì 1 marzo alle 21 – con “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute con due giganti della scena come Umberto Orsini e Franco Branciaroli per la regia di Pier Luigi Pizzi: due amici si ritrovano dopo molto tempo, e si interrogano sulle ragioni di un distacco che li ha resi quasi estranei. L’enigma della loro separazione risale al significato nascosto, alle intonazioni, ai fraintendimenti che si celano nelle pieghe del discorso, a quei dubbi atroci che scaturiscono dall’interpretazione forse errata ma ineludibile che ciascuno dà delle affermazioni e dei giudizi dell’altro, quelle sottili sfumature, o forse quell’incepparsi del meccanismo della comunicazione, da cui si genera un nonnulla che provoca lacerazioni profonde e ferite insanabili. Un gioco di specchi per una magnifica, imperdibile, duplice prova d’attore con due maestri del teatro.
Si ispira al capolavoro di Gioachino Rossini “Il Barbiere di Siviglia” nella versione di Monica Casadei per Artemis Danza – martedì 15 marzo alle 21 – in cui il volenteroso e intraprendente protagonista, con i suoi molti intrighi, diventa archetipo dell’“uomo di successo” nel mondo di oggi. Il talento speciale di accontentare tutti gli permette di «soddisfare con efficacia, vivacità e savoir-faire le aspettative di una società che impone ogni giorno di raggiungere i propri obiettivi ottimizzando tempi ed energie». Un eroe moderno che si riflette e si moltiplica nei corpi dei danzatori, nella loro gestualità rigorosa e incalzante, come parte di un unico meccanismo, in un avveniristico “balletto d’azione” impreziosito dai costumi dell’artista visiva Daniela Usai e dalle elaborazioni musicali di Luca Vianini, in una coinvolgente sintesi della frenesia della vita moderna.
“My Ladies Rock” del coreografo francese Jean-Claude Gallotta, esponente di spicco della “nouvelle danse” – venerdì 1 aprile alle 21 – rende omaggio alle artiste come Brenda Lee, Aretha Franklin, Janis Joplin, Patti Smith che con le loro canzoni, la loro personalità e la loro determinazione, perfino i loro eccessi le loro trasgressioni, hanno saputo imporsi sulla scena e nella vita. Una creazione originale con una colonna sonora “a tema”, affidata alle voci delle “regine del rock” – da Wanda Jackson e Brenda Lee a Marianne Faithfull, da Laurie Anderson a Nina Hagen e Tina Turner, Nico, Joan Baez e Lizzy Mercier Descloux e tutte le altre – che hanno contribuito a scrivere la storia della musica del Novecento.
Il sipario della Stagione di Prosa e Danza 2021-2022 si chiude – martedì 5 aprile alle 21– su “L’Attesa” di Remo Binosi con Anna Foglietta e Paola Minaccioni per la regia di Michela Cescon: due donne – un’aristocratica e una popolana – si ritrovano insieme in una condizione di clausura per celare una gravidanza indesiderata e nascono tra loro precise dinamiche di potere, a partire dal rapporto padrona-serva, che si stempera solo a tratti in una ipotetica “solidarietà” femminile. La pièce (vincitrice del Biglietto d’oro Agis come migliore novità italiana nel 1994, nella fortunata edizione diretta da Cristina Pezzoli, con Maddalena Crippa ed Elisabetta Pozzi), pur ambientata nel Settecento, al tempo di Giacomo Casanova, nel “secolo dei lumi” e della Rivoluzione francese, risulta ancor oggi di straordinaria attualità – spiega la regista: è un racconto a due voci «sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe».