La Spagna legalizza eutanasia e suicidio assistito.

A conclusione di un lungo e acceso dibattito, il Parlamento spagnolo ha approvato con 242 voti a favore, 141 contrari e 2 astensioni una legge che legalizza l’eutanasia e il suicidio assistito. Il Regno iberico è così divenuto il settimo Paese al mondo ad adottare un simile provvedimento dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo, Canada, Nuova Zelanda e Colombia.

La legge definisce dei limiti rigorosi entro i quali eutanasia e suicidio assistito potranno essere praticati. Innanzitutto, per evitare che il Paese diventi meta per persone provenienti da Paesi nei quali l’eutanasia è illegale, vi accederanno unicamente i cittadini spagnoli.

La legge prevede inoltre che la dolce morte potrà essere praticata soltanto su individui nella piena facoltà di intendere e di volere, afflitti da mali incurabili o da sofferenze intollerabili. La richiesta di eutanasia di dovrà obbligatoriamente passare il vaglio, in differenti momenti, di due medici e di una commissione che accerteranno l’effettiva volontà del malato. I costi dell’eutanasia e del suicidio assistito saranno coperti dal servizio sanitario nazionale e gli operatori avranno il diritto all’obiezione di coscienza.

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Prevedibilmente la storica decisione del Parlamento spagnolo è destinata a riaccendere il dibattito sul tema anche in Italia.

Una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito nel 2019 la non punibilità di chi “agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile”.  

Dal 2017 è in vigore la legge che istituisce il cosiddetto “testamento biologico” o D.A.T. (Disposizioni anticipate di trattamento) dichiarazione con cui una persona <<maggiorenne, capace di intendere e di volere, esprime la propria volontà in merito ai trattamenti sanitari nel caso in cui, in futuro, si trovasse in condizione di non poter manifestare la propria volontà>>. Sono previste inoltre forme di sedazione palliativa o profonda praticate su richiesta di un malato grave e incurabile per alleviarne sofferenze altrimenti non lenibili, conducendolo alla morte in uno stato di incoscienza.

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Al momento, tuttavia, malgrado la richiesta dalla stessa Corte Costituzionale, manca ancora una legge sulla materia. Oggi, chi vuole porre termine alle sofferenze di una vita divenuta condanna è costretto a viaggi strazianti, per se e per i propri cari, verso Paesi nei quali suicidio assistito ed eutanasia sono consentiti.

Foto credits pagina Facebook Pedro Sánchez Pérez-Castejón