La Sardegna e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Migliorano agricoltura e innovazione, peggiorano lavoro e diseguaglianze: occupazione giovanile -7,1% dal 2010 al 2020.

Un’isola sempre meno ospitale per i giovani sardi. E’ quanto emerge dalla lettura del rapporto ASviS sulla Regione Sardegna dove, a fronte dell’avvicinamento agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 per l’agricoltura, alimentazione, parità di genere, innovazione, infrastrutture, produzione e consumo responsabili, calano i principali valori sulla qualità della vita per i giovani.

In particolare, peggiorano nell’Isola i valori sulle povertà (aumentata del 3,3% dal 2010 al 2020), servizi igienico-sanitari (irregolarità nell’erogazione di acqua +2,7% dal 2010 al 2020), lavoro (diminuiscono gli investimenti, -33% dal 2010 al 2018 e aumenta il part time involontario, +3,1% dal 2010 al 2020), disuguaglianze (scende
drasticamente l’occupazione giovanile, -7,1% dal 2010 al 2020), città (cresce l’abusivismo edilizio, quasi raddoppiato dal 2010 al 2020, e la quota di persone che vivono in sovraffollamento, +6,1% dal 2010 al 2019), biodiversità, giustizia ed istituzioni.

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Nella Città metropolitana di Cagliari, secondo l’ASviS, si rilevano dati positivi nel merito della quota di laureati, riduzione del divario occupazionale di genere e offerta del trasporto pubblico locale. Le maggiori criticità, invece, si registrano per la produzione di energia elettrica rinnovabile, che si riduce dell’1,5%, il consumo annuo di suolo, che aumenta passando da 9,6 a 19,7 ha per 100mila abitanti, l’efficienza delle reti idriche e i superamenti del valore limite giornaliero di PM10.

La Regione nel suo complesso registra, però, andamenti positivi relativamente ai tassi di affollamento negli istituti di pena (Target raggiunto), alla probabilità di morte per malattie non trasmissibili, all’uscita precoce dal sistema di istruzione
e formazione, alla quota di laureati e al gap occupazionale di genere. Si registrano, invece, allontanamenti dai Target per dodici indicatori, tra cui la quota di coltivazioni biologiche, la quota di energia da fonti rinnovabili, i consumi energetici, la quota di NEET, le disuguaglianze del reddito e il consumo di suolo.

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Foto di Marco Wolff da Pixabay