La politica di coesione nel prossimo bilancio Ue: quale ruolo per le regioni?
Lontano dai riflettori della stampa mainstream, sono già in fase di valutazione diversi scenari per il quadro finanziario pluriennale post-2027. Uno di questi sarebbe quello di porre fine ai programmi di gestione condivisa e raggrupparli in un unico piano nazionale, uno per Stato membro, un’idea simile all’attuale Recovery and Resilience Facility (RRF), il cui pagamento sarà collegato a riforme e investimenti.
In tale scenario, come ricordato dall’eurodeputato di Renew Europe, Oihane Agirregoitia Martínez, “sarebbe molto difficile garantire che le autorità sub-statali siano coinvolte nella definizione delle priorità di spesa e investimento”.
Insomma, l’Europa delle regioni, nel prossimo settennato, punta a esautorare le regioni delle ultime competenze in materia di politica di Coesione.
Politica, come ricordato dai tratti europei, che dovrebbe invece essere accessibile a tutte le regioni, seguendo un approccio territoriale e sostenendo i principi di partenariato e sussidiarietà.
“Le regioni – prosegue l’esponente di Renew Europe – devono svolgere un ruolo più importante nell’attuazione delle politiche mediante una gestione condivisa e una governance multilivello e un dialogo rafforzato con la Commissione europea”.
Una preoccupazione condivisa da ben 124 regioni europee che hanno scritto recentemente alla Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, alla quale è stato chiesto di confermare o meno l’esistenza di tale iniziativa e, nel caso, come sarà garantita alle regioni, secondo l’articolo 174 TFUE, la gestione della politica di coesione.
Sul tema la commissaria Elisa Ferreira ha confermato che “non esiste ancora una proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale” e che nelle sue linee programmatiche la Presidente della Commissione “ha presentato un piano per ogni Paese che colleghi le riforme chiave agli investimenti e si concentri sulle priorità comuni, tra cui la promozione della coesione economica, sociale e territoriale“, confermando, così, i legittimi dubbi esposti dall’esponente di Renew Europe.
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