La meraviglia del barocco abruzzese

La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo – Chieti accompagna il pubblico all’Oratorio di Santa Maria delle Grazie, esemplare del barocco abruzzese, attraverso il video realizzato per la campagna “La cultura non si ferma”

Le prime immagini aeree danno immediatamente l’idea dei volumi della struttura complessiva dell’Oratorio: un’architettura semplice e austera che mostra una facciata costituita da un portico a una sola arcata che introduce ad un elegante portale dalle linee rinascimentali, scolpito in pietra tenera della Maiella con fregi e motivi floreali, datato 1505 e attribuito alla bottega di Giacomo Di Silvestro da Sulmona.

L’interno è invece un’esplosione di forme e colori, con stucchi dorati, fregi e affreschi; un particolare esempio di barocco abruzzese, frutto di una trasformazione seicentesca, che vede le vele della volta affrescate con Scene del Creatore e delle dodici Sibille e un’aula unica absidata, in cui si aprono quattro cappelle, due per lato. Nella prima a sinistra si trovano tre nicchie con statue di santi francescani, nella seconda, un Crocefisso con la Vergine e la Maddalena a tutto tondo, mentre, a destra, una cappella è dedicata a S. Antonio Abate, l’altra a S. Clemente.

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Le inquadrature si concentrano poi sull’altare maggiore, risalente al 1642, composto da colonne decorate con tralci e arabeschi dorati che sorreggono una ricca trabeazione sulla quale trova posto la Madonna col Bambino in stucco a tutto tondo. Al suo interno, l’altare accoglie anche un prezioso trittico, opera accostabile ai maestri del tardo gotico abruzzese: al centro, la Madonna incoronata, ai lati le tavole con le immagini di San Sebastiano, antico patrono di Alanno, e S. Clemente Papa. Sul retro, invece, un grande affresco dell’Incoronazione di Maria, datato 1608. I primissimi piani sui formelle dai colori blu, avorio e giallo che decoravano il pavimento, perdute all’inizio del Novecento, sono attribuibili ai maiolicari castellani attivi a Torre de’ Passeri.

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Il video accompagna in un percorso guidato, volto a valorizzare il prestigio culturale del bene e il territorio circostante, in attesa che i luoghi tornino ad essere accessibili al pubblico.

foto, Pietro CC BY-SA 4.0

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