La lotta per l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo.

Cosa fa il Parlamento europeo per i diritti delle donne e per raggiungere la parità sul luogo di lavoro, in politica e in altre aree della società?

Sin dai suoi albori, l’UE ha seguito il principio dell’integrazione del genere, il cosiddetto “gender mainstreaming”, cioè la pratica di integrare le questioni dell’uguaglianza di genere in tutte le politiche, per raggiungere l’uguaglianza e promuovere un’Europa sociale.

L’Europa ha adottato leggi, pubblicato raccomandazioni, favorito lo scambio di buone pratiche e offerto fondi per sostenere l’azione degli stati membri. I concetti alla base della politica dell’uguaglianza di genere sono stati anche plasmati dalle sentenze della Corte europea di giustizia. Il Parlamento europeo adotta regolarmente relazioni di iniziativa sulle questioni di genere, chiedendo più sforzi per raggiungere l’uguaglianza.

All’interno dell’Europarlamento, inoltre, è stata istituita una commissione permanente sui diritti delle donne e l’uguaglianza di genere e, ogni anno, il Parlamento europeo ricorda la Giornata internazionale della donna organizzando eventi per mantenere alta la consapevolezza sui temi dell’uguaglianza.

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Nel 2019 l’UE ha approvato nuove regole sui congedi di cura familiare e per condizioni di lavoro più adattabili. L’obiettivo è quello di incentivare i padri a prendere periodi di congedo per occuparsi della famiglia e promuovere così la parità e l’occupazione femminile. Inoltre sono state richieste misure specifiche per ridurre il divario salariale, che era del 16% nel 2017, e il divario pensionistico, che era del 35,7% nel 2017, e misure aggiuntive per ridurre la povertà femminile: le donne hanno, infatti, più probabilità degli uomini di vivere in povertà.

Anche nel settore digitale si assiste ad una grande discrepanza di genere. Le donne tendono a scegliere questo percorso di studi in misura minore e sono sotto-rappresentate sul mercato del lavoro. In una risoluzione adottata nel 2018, il Parlamento europeo ha chiesto ai Paesi membri di mettere in pratica misure concrete per integrare meglio le donne nei settori delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e di sostenere l’istruzione in questi settori e nelle discipline scientifiche, tecnologiche e matematiche.

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Sul fronte della prevenzione sulla violenza sulle donne l’UE ‘combatte’ su diversi fronti. Il Parlamento ha chiesto ripetutamente di attivare una strategia UE per rinforzare le politiche in questo campo, insistendo per attirare l’attenzione su specifiche forme di violenza quali le molestie sessuali, il traffico e la prostituzione forzata, la mutilazione genitale femminile, lo stalking e la violenza in rete.

Per quanto riguarda l’uguaglianza di genere in tutte le politiche per il commercio, lo sviluppo, l’agricoltura, l’impiego, il lavoro e l’immigrazione il Parlamento ha ripetutamente chiesto alla Commissione europea di mantenere la coerenza nei confronti dell’uguaglianza di genere. Secondo la risoluzione adottata nel 2018 tutti gli accordi commerciali devono includere clausole vincolanti per assicurare il rispetto dei diritti umani, fra cui l’uguaglianza di genere.

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Anche sul fronte della rappresentanza politica di genere si sono fatti passi in avanti. In una relazione adottata a gennaio 2019 il Parlamento ha chiesto a tutti i partiti politici europei di assicurare che uomini e donne vengano proposti in maniera eguale per ricoprire le cariche più importanti nel Parlamento europeo nella nona legislatura.

La strada avviata negli ultimi decenni dal Parlamento europeo sta registrando grandi risultati. Il nuovo Europarlamento che ha tenuto la prima sessione plenaria a luglio 2019, infatti, è il più paritario di sempre: il 41% dei membri sono donne, una cifra in aumento rispetto al 36,5% della legislatura precedente.

foto Laurie Dieffembacq © European Union 2020 – Source : EP

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