La gita dell’Esecutivo Solinas al Brotzu, Lai: “Iniziativa oltre il senso del ridicolo”.

Un Giunta regionale sempre più fuori dalle righe, sotto l’aspetto formale e istituzionale. Questa in sintesi la plastica descrizione dell’Esecutivo Solinas condivisa dal deputato PD, Silvio Lai, intervenuto a gamba tesa contro il presidente Solinas e l’assessore Carlo Doria, promotori di un incontro “colloquiale” con i dipendenti e i sanitari dell’Ospedale San Michele di Cagliari.  

“Una riunione impropria quanto clandestina senza un ordine del giorno, per la quale si è arrogato il potere di convocare centinaia di persone che peraltro non sono tenute a rispondere a tale inaudita chiamata, ma che si sentiranno minacciate da una eventuale assenza – spiega Lai -. Per questo si tratta di una iniziativa che va oltre il senso del ridicolo”.

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Un metodo di lavoro, tutto sommato, coerente con l’incapacità di creare sinergie e dialogo con le rappresentanze professionali rilevata nel corso della XVI Legislatura. A che pro indire, infatti, un incontro “informale” con gli operatori sanitari in un contesto, peraltro, segnato dalla carenza di personale medico e ospedaliero?

Di che cosa si potrebbe parlare con chi non è stato ascoltato negli ultimi 4 anni. Della decisione di rivoluzionare l’assetto della sanità regionale in pieno periodo pandemico? Del dilatamento dei tempi delle liste d’attesa e della mancata spendita delle risorse? O, infine, del nuovo piano per il restauro delle strutture sanitarie regionali nelle more dei progetti per nuove strutture ospedaliere?

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Non è dato saperlo ma per l’esecutivo regionale la polemica è, come sempre, strumentale: “I lavoratori del Brotzu – per Carlo Doria – hanno espresso dubbi sulla proposta dei nuovi ospedali ed è quindi giusto e corretto mettersi a disposizione per dare loro le delucidazioni in una riunione aperta a tutti e la cui partecipazione è libera. Alzare i toni della dialettica – prosegue – fino a parlare di riunioni clandestine e sediziose mi pare che sia stravolgere la verità dei fatti”.

Telefonato il successivo affondo del “vate” della sanità regionale: “Mentre il mondo va nella direzione opposta, nel terzo millennio, ci si oppone ad un progetto che mira ad offrire ai Sardi quelle strutture nuove e moderne che anche noi potremmo avere e che i nostri pazienti sardi trovano quando scelgono di andare a curarsi in altre regioni che offrono strutture nuove e moderne. Realizzare nuovi ospedali – conclude – non è quindi un capriccio della politica, ma è un dovere morale verso i sardi e negare questo diritto solo per scelta ideologica è da irresponsabili”.

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