La Germania ripristina i controlli con i Paesi Schengen. Commissione UE: “I Paesi possono farlo”.
Di recente la Germania ha introdotto nuove misure, in linea di principio per sei mesi, per il controllo dei documenti di viaggio lungo le sue frontiere terrestri, comprese quelle con i paesi Schengen (Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca).
Inoltre, secondo dichiarazioni ufficiali, il governo tedesco sta pianificando di intensificare nel prossimo futuro i dinieghi delle domande di asilo, i rimpatri urgenti nei paesi di primo ingresso nell’UE e le espulsioni verso Paesi terzi.
L’attuazione di tali pratiche, come ricordato anche dall’eurodeputato de “La Sinistra”, Konstantinos Arvanitis, equivale alla sospensione di fatto delle norme Schengen con il pretesto di circostanze eccezionali e in assenza di alcuna situazione di emergenza e, ancora, all’ndebolimento politico e pratico delle recentissime nuove norme dell’Unione in materia di migrazione e asilo che, come affermato dalla stessa Commissione, costituiscono un “approccio globale che mira a rafforzare e integrare le principali politiche dell’Unione in materia di migrazione, asilo, gestione delle frontiere e integrazione” e “consentono all’UE di affrontare questioni complesse in modo deciso e intraprendente”.
Nessun problema e nessun allarmismo per la tenuta del codice delle frontiere Schengen che, come ricordato dalla commissaria Ylva Johansson, consente agli Stati membri di reintrodurre il controllo alle frontiere interne “come misura temporanea di ultima istanza per affrontare gravi minacce all’ordine pubblico o alla sicurezza nazionale”. “Tuttavia – prosegue – qualsiasi Stato membro che reintroduca tale controllo rimane vincolato all’acquis dell’UE in materia di asilo e rimpatrio, che include norme sull’assegnazione delle responsabilità ai sensi del Regolamento Dublino e norme sul rimpatrio in Paesi terzi ai sensi della Direttiva rimpatri”.
foto Daina Le Lardic © European Union 2020 – Source : EP