La Georgia non va tanto per il sottile: “No alla propaganda LGBT”.

No alla propaganda LGBT e al wokismo dilagante. Queste le principali disposizioni contenute nel nuovo disegno di legge approvato dal Parlamento georgiano, con 84 voti a favore (ovvero all’unanimità) e ora in attesa della firma del presidente Salome Zourabichvili.

In particolare, il disegno di legge mirava a chiarire le questioni relative al matrimonio, all’adozione e all’affidamento dei figli minorenni, nonché agli interventi chirurgici per l’affermazione di genere.

In base agli emendamenti, la Georgia non consentirà più matrimoni diversi da quelli tra un uomo e una donna, alle coppie omosessuali sarà vietato adottare bambini minorenni e saranno vietati tutti gli interventi chirurgici di affermazione di genere. I trasgressori di questi emendamenti introdotti di recente potrebbero affrontare da uno a quattro anni di carcere. Coloro che si impegnano nella propaganda LGBT, ovvero la diffondono in istituti scolastici, la trasmettono in onda o la pubblicizzano, sono ora soggetti a pesanti multe. Vietati anche gli incontri pubblici e i raduni volti alla divulgazione di contenuti propagandistici LGBT.

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Sul tema l’Ue non ha mancato di “pontificare” e stigmatizzare la decisione di Tbilisi, reputando l’adozione del disegno di legge un passo indietro della Georgia verso l’adesione all’UE, poinché “mina i diritti fondamentali del popolo georgiano e rischia di causare ulteriore stigmatizzazione e discriminazione di una parte della popolazione”. Da parte sua, il primo ministro del Paese, Irakli Kobakhidze, ha affermato che il disegno di legge mirava a limitare la propaganda LGBT, non i diritti umani. Ha sottolineato che l’Europa rappresenta i valori cristiani tradizionali e se qualcuno vuole presentare le cose in modo diverso, la Georgia lo respinge categoricamente.

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