La Georgia dice no ai colloqui per l’adesione Ue, Kallas: “Regresso democratico”.
Mentre l’Ue continua a sostenere la guerra, ripudiare la diplomazia (vedi conflitto russo-ucraino), finanziare fondi per il finanziamento di iniziative fantasma, approvare nuove iniziative di scarso impatto per la popolazione europea e destabilizzare i Paesi Terzi attraverso linee di credito e calls per “fondazioni e associazioni”, la neo Alta rappresentante dell’Ue Kaja Kallas, dopo la gita in Ucraina per ribadire “il sostegno alla difesa dell’Ucraina”, ha iniziato il proprio mandato esprimendo il proprio rammarico per le dichiarazioni del presidente georgiano (legittimamente eletto) Iraklu Kobakhidze sulla decisione di non proseguire l’apertura dei negoziati di adesione all’Ue e di rifiutare il sostegno finanziario europeo fino al 2028.
Nel contempo, invece, sulle dichiarazioni sprezzanti per la democrazia della Presidente della Georgia, Salome Zurabishvilihi, le massime istituzioni europee hanno preferito soprassedere, dimostrando, ancora una volta, i doppi standard democratici dell’Ue. Redentemente, indatti, la Presidente georgiana ha dimostrato una “perfetta attinenza” al fare europeo, dichiarando, pur in presenza del fresco voto popolare che portato alla vittoria di Kobakhidze, che non lascerà l’incarico finché non ci saranno nuove elezioni parlamentari. Insomma, una campionessa di democrazia.
Difficile però riscontrare il minimo senso critico anche con la nuova Alta rappresentante dell’Ue, critica verso il nuovo primo ministro georgiano: “Prendiamo atto che questo annuncio segna un cambiamento rispetto alle politiche di tutti i precedenti governi georgiani e alle aspirazioni europee della stragrande maggioranza del popolo georgiano, come sancito dalla Costituzione della Georgia. Ricordiamo che la linea di condotta delle autorità georgiane e il regresso democratico hanno portato all’interruzione di fatto del processo di adesione già a giugno di quest’anno e che l’assistenza finanziaria dell’UE a diretto beneficio delle autorità georgiane è attualmente sospesa”.
Alta rappresentante dell’Ue che ha poi difeso “le democratiche proteste” di piazza andate in scena negli ultimi giorni a Tbilisi: “Il popolo georgiano è sceso di nuovo in piazza per riaffermare le proprie aspirazioni a entrare nell’Unione Europea. L’UE condanna fermamente la violenza contro i manifestanti pacifici”. Per l’invio di armi per contribuire all’uccisione di centinaia di migliaia di persone in Ucraina, però, non cè nessun problema. La coerenza!
Note autoreferenziali e supponenti circa la “superiorità democratica dell’Ue” ricorrenti nella dichiarazione dell’Alta rappresentante dell’Ue: “Le autorità georgiane devono rispettare il diritto alla libertà di riunione e alla libertà di espressione e astenersi dall’usare la forza contro manifestanti pacifici, politici e rappresentanti dei media”. Proprio contro i rappresentanti dei media la Commissione Ue 8e i suoi Stati memrbi) negli ultimi anni (e anche recentemente) hanno dimostrato in più occasioni il proprio potere censorio, mettendo al bando media e giornalisti. Come non ricordare le porcate commesse verso Sputnik, Russia Today e Channel one?
Nel frattempo, però, l’Alta rappresentante ha continuato ad offendere le sacrosante prerogative nazionali, accusando la Georgia di andare verso “l’arretramento democratico” e di avere oggi un parlamento nazionale formatosi sulla base di elezioni viziate da brogli. La volontà popolare dalle parti dei vertici Ue, si conferma in pratica un non valore se a vincere sono i critici verso l’Ue. Un assioma coerente con il tenore democratico delle azioni portate avanti negli ultimi anni dal trilogo europeo formato da Parlamento, Commissione e Consiglio Ue.
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