La condizione giovanile per l’Eurostat.

Non accenna a fermarsi l’emorragia demografica degli under30 in Europa. La conferma è arrivata dall’Eurostat, che, in una recente indagine dello scorso mese di giugno, attesta che dai 96.6 milioni del 2006 (circa il 19,6% della popolazione europea) si è passati agli 88 milioni (17,2%) di residenti under30. Un fenomeno demografico tristemente collegato anche alla difficoltà degli under30 di trovare la via dell’indipendenza e dell’autodeterminazione. Ben 66 under30 su 100 vivono, infatti, con i propri genitori e tra di essi il 28,8% è a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sul fronte dell’istruzione e della sicurezza le cose non vanno meglio. In un’altra recente ricerca (Flash Eurobarometer 455) la Commissione Europea ha chiesto agli under30 di identificare i principali aspetti da migliorare nell’ambito delle politiche europee e dei servizi pubblici. I risultati dell’indagine hanno confermato che i giovani in Europa chiedono un cambiamento di rotta nell’ambito del sistema scolastico/universitario, considerato troppo autoreferenziale e incapace di aprirsi al mondo produttivo, e nella gestione dell’ambiente e delle migrazioni provenienti dai Paesi africani e asiatici.

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Buone notizie, però, arrivano nell’ambito dell’abbandono scolastico, dove è stato registrato un calo percentuale del 5%, rispetto al decennio precedente, e, ancora, dal calo nei consumi di sigarette e alcolici tra gli under30. Nel 2014 fumava quotidianamente il 24,6% della popolazione 15-24 mentre, oggigiorno, i consumatori sono circa il 15,5% dei giovani sotto i 30 anni d’età.

Dati in chiaroscuro per i giovani europei, ma, osservando le proposte all’orizzonte promosse sia dal Parlamento che dalla Commissione europea, è giustificabile un ragionevole entusiamo. Per far fronte alle numerose problematiche legate alla gioventù, infatti, l’Unione ha previsto nuovi obiettivi all’interno della strategia per i giovani della prossima programmazione 2019-2027 ed è stato proposto, in concreto, di raddoppiare i fondi del Programma Erasmus+ , portando la sua dotazione a circa 30 miliardi di euro e di aumentare le risorse per circa 1 miliardo e 260 milioni di euro per il programma del Corpo Europeo di Solidarietà. Novità anche sul fronte del Fondo Sociale Europeo che, nella nuova programmazione, sarà incrementato arrivando alla somma di circa 100 miliardi di euro, accorpando, inoltre, il vecchio programma del Fondo Sociale Europeo (FSE), l’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile (YEI), il Fondo di Aiuto Europeo agli Indigenti (FEAD), il Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) e il Programma UE per la Salute.

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Un corposo insieme di interventi finalizzato a supportare nuove soluzioni per colmare le difficoltà strutturali presenti in ogni nazione europea e la diversità di approccio verso la questione giovanile. Incongruenze riportate dalla Commissione Europea nel cosiddetto “youth report“, dello scorso gennaio.

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