La compagnia Fattoria Vittadini porta in Sardegna due spettacoli dedicati al tema della discriminazione sessuale e all’amore gay.

Questa settimana la compagnia milanese Fattoria Vittadini porta in Sardegna due spettacoli di danza per il festival “Corpi in movimento” dedicati al tema della discriminazione sessuale e all’amore gay. Il primo è “Omos – Noi non siamo uguali”, un delicato e sensibile lavoro di Riccardo Olivier realizzato in coproduzione con la compagnia Danza Estemporada di Sassari, in calendario per il 7 luglio alle 21.30 nell’Ex Cava di tufo di Sennori. Il secondo spettacolo “iLove” aprirà i battenti il 10 luglio alle 21.30 sul palco del Baretto di Porto Ferro.

Omós” rappresenta una sovrascrittura di tre percorsi molto differenti che intendono comporre la polifonia complessa dello stare conflittuale del performer di fronte alla parola omossessuale. Percorsi che trovano una loro dimensione nel testo video-proiettato, nella scrittura coreografica e in quella musicale.

iLove, Fattoria Vittadini
iLove, Fattoria Vittadini

Gli scritti nascono da ricerche su sex-workers effettuate a Bucarest e a Milano, nonché da riflessioni personali, profondamente ispirate dal pensiero Gayatri Chakravorty Spivak. Un particolare sguardo è rivolto alla comunità dei subalterni, a chi ha un accesso discriminato, secondario, difficile alla società e a pratiche di autodeterminazione del sé.

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Alle musiche sono innestate le registrazioni audio di scontri di polizia, soundscape ambientali di archivio o ricercati apposta. Il percorso coreografico perlustra tra le molte ombre di dinamiche personali e sociali.

Sulla spiaggia di Porto Ferro sabato lo spettacolo “iLove” proporrà invece un duetto al maschile che parla d’amore, un lavoro di Cesare Benedetti e Riccardo Olivier in cui due personaggi si studiano, si presentano, provano a esporsi e a cercare loro stessi, la loro relazione e il loro essere uomini. Tutto per scoprire che concetti come macho sono solo etichette, come un abito indossato per metà, per un’identità in parte biologica e in parte scelta.

Benedetti e Olivier hanno iniziato a creare questo duetto autobiografico quando erano una coppia anche nella vita, e hanno poi continuato anche dopo la separazione, considerando questo lavoro coreutico un regalo sorprendente per riscoprire e capire meglio loro stessi, i propri errori e i propri limiti.

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