La Commissione rafforza il sostegno ai giornalisti russi e bielorussi in esilio.
Un sostegno ai giornalisti e media bielorussi e russi in esilio arriva oggi dalla Commissione europea. Con un finanziamento di quasi 3 milioni di euro, l’Esecutivo von der Leyen, ha deciso di finanziare una piattaforma o rete paneuropea di hub mediatici che promuovano un ambiente mediatico pluralistico. Quello, come spesso accade con le call europee, che non si sostiene mai nella democratica Ue, come ricordano i progetti vinti dai grossi gruppi editoriali e, ancora, la crescente mancanza di accessibilità alle opportunità europee per i piccoli media indipendenti. Provare per credere!
3 milioni, per l’Ue che dovrebbero garantire ai giornalisti e media indipendenti in esilio di poter continuare a produrre contenuti e distribuirli al loro pubblico senza interferenze editoriali. Basta, però, un blocco ai canali digitali come fatto dalla democratica Ue per i canali Sputnik e Russia Today in Ue, è il gioco è fatto. oppure come capita in alcuni Paesi Ue, dove il sito del Cremlino o di agenzie di stampa, come la Tass, sono non raggiungibili. Ma l’Ue vuole il pluralismo. Come no!
Si vuole, invece, sostenere il pensiero unico. Obiettivo, restando nel perimentro del pluralismo dell’informazione, decisamente controverso e in linea con la logica del “doppio standard” tutta europea.
“Sostenere media liberi, indipendenti e pluralistici è di fondamentale importanza e sarà parte delle riflessioni sul prossimo Democracy Shield, annunciato nelle linee guida politiche della Presidente von der Leyen per la Commissione 2024-2029”, fanno sapere, però, dall’Esecutivo europeo.
Ecco Ursula, inizia dalle call per i media outlet in Europa, rendendole più accessibili per chi fa realmente informazione e sostiene lo sviluppo del pensiero critico dei lettori.
Foto di memyselfaneye da Pixabay.com