La commissaria Simson elogia il regime di Aliyev, PPE: “Preoccupazione per diritti umani”.
La Commissione europea continua a imbarazzare l’Unione europea attraverso le dichiarazioni dei suoi commissari. A cadere sotto la lente del Parlamento europeo, recentemente, l’intervento della commissaria per l’Energia Kadri Simson tenuto in occasione della sessione inaugurale del Consiglio consultivo del corridoio meridionale del gas.
Un discorso, come ricordato dalle eurodeputate del Partito Popolare Europeo, Anja Haga e Miriam Lexmann, nel corso del quale l’esponente della Commissione von der Leyen si è congratulata con il presidente Aliyev dell’Azerbaigian per la sua rielezione, definendo l’Azerbaigian un partner fidato che ha il pieno sostegno dell’Unione Europea.
Dichiarazioni improbabili, secondo le due eurodeputate del PPE: “Il Parlamento ha recentemente e ripetutamente espresso la sua preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Azerbaigian e per le politiche aggressive del regime azero contro l’Armenia, che hanno portato anche alla pulizia etnica della regione del Nagorno-Karabakh dal settembre 2023″.
Condotte, recentemente, che hanno portato gli stessi eurodeputati/e a chiedere attraverso una risoluzione, approvata con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni, una revisione delle relazioni dell’Ue con l’Azerbaigian e la sospensione dei negoziati sul partenariato Ue-Azerbaigian e sull’attuale protocollo d’intesa energetico con Baku. Il Parlamento, infatti, ha invitato l’UE a intraprendere una revisione globale delle sue relazioni con Baku e a ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di gas azero e, in caso di aggressione militare o attacchi ibridi contro l’Armenia, a bloccare completamente le importazioni dell’Ue di petrolio e gas dall’Azerbaigian: “Sviluppare un partenariato strategico con un Paese come l’Azerbaigian – ricordano dal Parlamento europeo – che viola palesemente il diritto internazionale e gli impegni internazionali e ha un allarmante record in materia di diritti umani, è incompatibile con gli obiettivi della politica estera dell’Ue”.
Altro che pieno sostegno dell’Unione al Paese caucasico come dichiarato dalla Kadri Simson. Esponente, alla luce della recente fuga degli armeni dal Nagorno-Karabakh, le cui affermazioni condivise nel corso del Consiglio consultivo del corridoio meridionale del gas di marzo 2024 non possono che confermare un notevole livello di disagio e di incorerenza della Commissione verso il tema dei diritti umani.
Diritti, come dichiarato in una nota del Parlamento europeo, che sono stati violati per gli oltre 100mila armeni costretti a fuggire dall’enclave dopo l’ultima offensiva azera. Un esodo forzato, secondo la risoluzione del Parlamento europeo, sul quale bisogna indagare per approfondire sugli abusi commessi dalle truppe azere che potrebbero costituire crimini di guerra.
“Esprimendo una seria preoccupazione per le dichiarazioni irredentiste e provocatorie del presidente Ilham Aliyev e di altri funzionari azeri che minacciano l’integrità territoriale dell’Armenia, gli eurodeputati mettono in guardia Baku da ogni potenziale avventurismo militare e chiedono alla Turchia di frenare il suo alleato, condannando, inoltre, il coinvolgimento della Turchia nell’armamento dell’Azerbaigian e il suo pieno sostegno alle offensive di Baku sia nel 2020 che nel 2023”, si legge ancora nella nota del Parlamento europeo. Uno statement decisamente in contrasto con il presunto “pieno sostegno dell’Ue all’Azerbaigian” dichiarato dalla Kadri Simson.
Commissione europea che ha però dichiarato di aver ripetutamente invitato l’Azerbaigian a rispettare i propri obblighi internazionali, criticando inoltre la detenzione di oppositori politici e giornalisti”, come dichiarato dall’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell.
“L’UE – ricorda ancora Borrell – ha invitato l’Azerbaigian a garantire i diritti degli armeni nel Karabakh, compreso il diritto di ritornare alle proprie case senza intimidazioni e discriminazioni”. Al momento, però, in Armenia si sta consumando una importante crisi umanitaria verso la quale poco possono fare le risorse stanziate dall’Ue, circa 17 milioni di euro.
La Commissione europea, sempre per il tramite dell’Alto rappresentante, ha poi avvertito la necessità di ribadire l’importanza dell’accordo energetico con l’Azerbaigian, il Protocollo d’Intesa sull’Energia, per “ridurre la dipendenza dalla Russia” e “diversificare le proprie fonti energetiche”.
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