La collezione ‘The Artist as Curator’ al Museo MACC

A Calasetta si sperimenta un nuovo modo di vivere il museo, ‘The Artist as Curator”, una collezione riletta da Simona Dulcis e Lea Gramsdorff. Il progetto artistico delle due artiste prevede una serie di eventi per la valorizzazione della ‘dimensione domestica’ del museo. Un progetto sperimentale ospitato dal Museo MACC, che da febbraio a maggio, parallelamente alla mostra, organizzerà talk su temi di natura artistica, pranzi in cucina offerti dalle artiste Dulcis e Gramsdorff e, infine, una notte al museo per i più piccoli.

“Rileggere una collezione permanente – per Efisio Carbone, direttore del Museo MACC – è sempre un atto critico coraggioso che intende scoprire o celare la comunicazione nella sua complessa struttura multilivello. Le opere raccontano in quanto tali, in rapporto a una selezione, un nucleo, una collezione, un collezionista, un museo. Il difficile compito del riallestimento è stato assunto dagli artisti Simone Dulcis e Lea Gramsdorff che hanno deciso di rafforzare la dimensione intima, quasi domestica, di una collezione pubblica ossia di proprietà di un’intera comunità. Abitare il museo è la chiave per comprendere la collezione in un ossimoro fatto di sicurezza domestica e incertezza spesso veicolata dall’arte contemporanea”. 
Opera CapogrossiLe due artiste lombarde provengono da esperienze artistiche internazionali. Lea Gramsdorff, attrice, pittrice e regista di origini tedesche, dopo il diploma conseguito press la “Scuola Nazionale di Cinema” a Roma, ha presentato le sue produzioni artistiche a Berlino e Tel Aviv. Tra le mostre personali si segnalano“LEXIKON” nel 2017, “EXODUS.3” nel 2016, “Se fossi qui (lettere d’amore dai porti di mare)” nel 2015, “Temporaneo e Permanente” nel 2013, “Exodus” nel 2012.

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Simone Dulcis, classe 1971,  è una scenografa e sound-performer teatrale. Il suo lavoro esplora i conflitti della condizione umana e il rapporto spirituale con la natura. Il processo compositivo è basato prevalentemente sull’utilizzo del bitume il quale, assieme alle campiture di colore precedentemente dipinte, viene smaterializzato e ricomposto attraverso reazioni chimiche complesse guidate dall’artista. Questa co-operazione (definibile anche come “co-creazione”) tra artista, materia e superficie pittorica, ricerca ed esprime nel risultato finale dell’opera uno stato di equilibrio e al contempo di tensione tra Uomo e Cosmo.

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