La ChatGPT “spacca” nelle scuole, Anp Lazio: “Cambiare approccio verifiche”.
Combattere la tecnologia è una battaglia persa. A rimarcarlo recentemente l’Associazione nazionale presidi del Lazio, intervenuta sul tema della ChatGPT, il chatbot basato sull”intelligenza artificiale e machine learning divenuto il nuovo strumento di lavoro per gli studenti e le studentesse del nostro Paese. Tool, però, che ha aperto da tempo il dibattito tra dirigenti e docenti, i quali si chiedono, con sempre meno certezze, come poter convivere con l’intelligenza artificiale in classe.
Per la locale Associazione nazionale presidi del Lazio, bisogna saper convivere con la nuova chat, dimostrando però fermezza e un atteggiamento più proattivo: “Fare le guerra a queste tecnologie ci vede già perdenti – spiegano dall’Anp Lazio all’agenzia di stampa Dire -. Quello che possiamo fare, invece, è cambiare il nostro approccio a verifiche e valutazioni. Si può sfruttare il più possibile l’oralità, e poi aumentare le occasioni di verifica, alternando a test scritti due o tre interrogazioni orali”.
Serve, però, anche responsabilizzare i ragazzi, aiutarli a coltivare un pensiero critico, secondo l’Anp Lazio: “Questi strumenti, in determinati contesti, possono essere anche utili per ricerche e compiti a casa, ma quando si tratta di una verifica, i giovani devono capire che usare ChatGPT è un danno che fanno a loro stessi”.
Di sicuro, va rimarcato, anche la scuola nel suo insieme dovrebbe avviare un virtuoso programma di innovazione del proprio “repertorio nozionistico” per provare ad essere maggiormente coinvolgente verso il proprio target di riferimento, ovvero gli studenti/esse. Bisognerebbe, in particolare, porre maggiore attenzione alla capacità di ragionamento e meno agli aspetti prettamente nozionistici che, diciamo la verità, oltre una certa soglia sono decisamente superflui in termini di acquisizione di competenze sostanziali.