La censura dei giganti del web. Il caso di Radio Radio TV.
Lo scorso 13 giugno il canale YouTube dell’emittente radiotelevisiva italiana Radio Radio TV, è stato oscurato dai gestori della piattaforma web per tutelare la ‘sicurezza dei minorenni’, sebbene nessun contenuto caricato potesse essere considerato lesivo di questo diritto, come dimostra il ripristino del canale dopo poco più di un giorno, a seguito di numerose proteste sollevate da più parti.
Censura imputabile all’algoritmo che la piattaforma YouTube utilizza per valutare la pertinenza dei contenuti, come riportato nell’interrogazione presentata dagli eurodeputati di Identità e Democrazia Marco Campomenosi, Antonio Maria Rinaldi e Marco Zanni, che hanno chiesto l’intervento della Commissione europea sulla censura unilaterale dei giganti del web nei confronti delle opinioni degli editori, sulla base di ‘standard di comunità’, definiti da essi in modo opaco e al di fuori di un rigido riferimento alla legislazione nazionale e internazionale.
Su questa delicata questione è intervenuto oggi il Commissario Thierry Breton: “La Commissione è a conoscenza delle questioni sollevate dagli onorevoli deputati. La direttiva sui servizi di media audiovisivi riveduta ha esteso le norme dell’UE relative a contenuti mediatici alle piattaforme per la condivisione di video, compresi alcuni fornitori di social media”.
Secondo le nuove norme gli Stati membri, infatti, devono garantire che tali piattaforme adottino misure per proteggere i minori da contenuti nocivi, l’accesso ai quali deve essere limitato, e per proteggere il grande pubblico dall’istigazione alla violenza o all’odio e dai contenuti che costituiscono reato.
“Ai sensi della direttiva – ha proseguito Breton -, le piattaforme per la condivisione di video dovranno includere nelle loro condizioni generali clausole di salvaguardia del diritto dell’Unione in materia di comunicazioni commerciali e contenuti illegali e nocivi. Dette piattaforme dovranno inoltre garantire procedure trasparenti ed efficaci per la gestione delle denunce degli utenti in riferimento a tali clausole di salvaguardia”.
Clausole per le quali gli Stati membri devono assicurare che gli utenti abbiano accesso a meccanismi di ricorso extragiudiziale e a procedimenti giudiziari in caso di controversie con le piattaforme derivanti dall’inosservanza degli obblighi stabiliti dalla direttiva.
“Spetterà alle autorità indipendenti di regolamentazione dei media garantire l’applicazione armonizzata ed efficace delle summenzionate norme dell’UE in materia di contenuti online nel pieno rispetto della libertà di espressione – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo europeo – A tale riguardo, la Commissione sostiene la cooperazione delle autorità di regolamentazione dei media in seno al gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA). Al fine di integrare le clausole di salvaguardia della direttiva riveduta, nell’ambito del lavoro sul pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali la Commissione sta inoltre attualmente esaminando eventuali misure per rafforzare la sorveglianza sulle politiche relative ai contenuti delle piattaforme, tra cui obblighi più stringenti in materia di trasparenza, segnalazione e audit indipendenti riguardo ai sistemi algoritmici per la moderazione (automatizzata) dei contenuti.
Tali obblighi, che saranno soggetti a successiva consultazione e valutazione d’impatto, dovranno tenere in debita considerazione i valori chiave della democrazia e il rispetto dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione”, ha concluso Thierry Breton.
foto Parlamento europeo