L’impatto della pandemia di coronavirus sul programma Erasmus+.

La gestione dell’emergenza sanitaria negli ultimi mesi ha intaccato pesantemente il settore della mobilità internazionale, specialmente per i giovani europei, beneficiari primari del Programma Erasmus+. Una constatazione al centro dell’interrogazione dell’eurodeputata del Partito Popolare Europeo, Cindy Franssen: “Dal 1987, il programma Erasmus ha permesso a più di dieci milioni di giovani europei di andare all’estero per studiare o lavorare come volontari. I giovani hanno l’opportunità di immergersi in una nuova cultura, di guardare oltre i propri orizzonti, di spingersi oltre le frontiere. La pandemia di coronavirus ha costretto diversi Stati membri a chiudere i propri confini, le università hanno adottato un approccio digitale all’insegnamento e le attività culturali sono diventate impossibili. Anche con la riapertura delle frontiere – ha proseguito la Franseen -, la mobilità all’interno dell’Unione Europea non è facile”.

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Per la Commissaria alla gioventù, Mariya Gabriel, intervenuta in mattinata, la Commissione sta “sostenendo i partecipanti al Programma Erasmus+, garantire la sicurezza di tutti nel pieno rispetto delle misure nazionali”.

“La Commissione – per l’esponente della Commissione – ha concesso alle organizzazioni beneficiarie la massima flessibilità, entro i limiti del quadro giuridico applicabile, per adattare le loro attività e supportare la mobilità dei partecipanti. La Commissione, ancora, ha pubblicato delle linee guida sulla mobilità mista, in presenza e a distanza, ammettendo la combinazione delle attività a seconda della situazione, così da adattare il programma alla situazione contingente”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata

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