Kosovo-Serbia, si dimettono i funzionari serbi, UE: “Rischio perdita risultati raggiunti”.

La disputa sulle targhe automobilistiche torna ad alimentare le tensioni tra Kosovo e Serbia. A suscitare la preoccupazione dell’Ue la recente decisione dei funzionari serbi in Kosovo di dimettersi in massa dalle proprie funzioni, in segno di protesta contro il licenziamento di un cittadino serbo contrario alla sostituzione della targa dalla propria vettura come prescritto dalla normativa kosovara entrata in vigore lo scorso 1° novembre.

Un motivo di contesa, l’introduzione delle nuove targhe automobilistiche che ha nuovamente animato la contrapposizione tra serbi e kosovari. Belgrado, come risaputo, non riconosce l’indipendenza del Kosovo – dichiarata unilateralmente nel 2008 sotto la spinta della protezione statunitense. Paese, come ricordato in un articolo del 2010, decisamente lontano dagli standard democratici europei.

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Ma le dimissioni dei funzionari serbi del Kosovo sono state considerate come un “tentativo di destabilizzare la situazione in kosovo” secondo il premier kosovaro Albin Kurti: “È chiaro di cosa si tratta: il presidente della Serbia ha mentito e deluso americani ed europei e molto spesso incontra e si coordina con l’ambasciatore russo a Belgrado. La Serbia – prosegue Kurti – non essendo un Paese democratico sta diventando uno strumento del Cremlino. Sembra anche che l’ex portavoce del partito di Milosevic, ora ministro degli esteri serbo, sia più potente dell’ex ministro dell’informazione di Milosevic, ora presidente serbo. Questa è la loro battaglia personale per il potere, né per i cittadini né per lo stato”.

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 Dichiarazioni pesanti che hanno richiamato l’attenzione dell’UE per la quale gli ultimi sviluppi stanno mettendo a rischio anni di duro lavoro nell’ambito del dialogo Pristina-Belgrado: “L’Unione europea invita entrambe le parti ad astenersi da qualsiasi azione unilaterale, che potrebbe portare a ulteriori tensioni. Il ritiro dei serbi del Kosovo dalle istituzioni del Kosovo non è una soluzione alle attuali controversie. Chiediamo ai rappresentanti serbi della Serbia e del Kosovo di rispettare i loro obblighi di dialogo e di tornare alle istituzioni del Kosovo per adempiere ai loro doveri, anche nella polizia, nella magistratura e nelle amministrazioni locali. Allo stesso tempo – si legge nella nota – l’UE esorta nuovamente le autorità del Kosovo a rispettare i propri obblighi senza indugio. Ciò significa estendere immediatamente il processo di reimmatricolazione dei veicoli e sospendere ogni azione sanzionatoria nei confronti dei portatarga KM”.

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L’UE ha poi chiesto al Kosovo di avviare immediatamente i passi per istituire l’Associazione dei comuni a maggioranza serba, come previsto anche nell’ultima ratificata dell’Accordo di Bruxelles.

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