Kimberley Process: lancio di stracci sull’accordo per la certificazione dei diamanti.

Nel corso dell’ultima riunione plenaria a Dubai dei membri del Kimperley Process, ovvero dell’accordo di certificazione volto a garantire che i profitti ricavati dal commercio di diamanti non vengano usati per finanziare guerre civili, si è consumato il lancio di accuse tra l’Unione Europea e il Presidente del Kimberley Process e il World Diamond Council, organizzazione che rappresenta l’intera catena del valore del diamante, compresi i rappresentanti dell’estrazione, della produzione, del commercio e della vendita al dettaglio di diamanti.

A scaldare gli animi la volontà da parte dei membri dell’accordo di non mettere alcun divieto alla commercializzazione dei diamanti russi.

“L’Ue – si legge nella nota del servizio diplomatico dell’Unione europea – si rammarica che, con la riunione plenaria della scorsa settimana non sia riuscita, per il terzo anno consecutivo, ad affrontare le implicazioni della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina sul settore globale dei diamanti grezzi. Ciò ha un impatto negativo sulla credibilità del Processo e sulla reputazione dei diamanti naturali, minando la fiducia dei consumatori nel settore”.

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L’UE, quindi, in coordinamento con il G7, ha messo in atto un divieto sui diamanti russi che mira a privare la Russia di una entrata importante, suggerendo anche l’avvio nel breve termine di un meccanismo di verifica e certificazione basato sulla tracciabilità che, secondo il SEAE, “fornirebbe la certezza ai consumatori di non acquistare diamanti insanguinati russi”.

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