Kamala “omette” di aver lavorato in un fast food. Donald Trump frigge le patatine da McDonald’s.

Un presidente popolare e “profondamente americano”. Questi gli elementi più ascrivibili oggi al tycoon Donald Trump, candidato alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito Democratico, dipendente per un giorno in un negozio McDonald’s nella contea di Bucks, in Pennsylvania.

Una scelta, decisamente elettorale, nata con l’obiettivo di stigmatizzare la condotta di Kamala Harris, colpevole, secondo l’entourage di Donald Trump di “aver omesso di aver lavorato in un fast food americano da giovane universitaria”. Notizia, ricordano i repubblicani, mai resa nota dalla Harris, neanche nel suo Curriculm Vitae

“L’ex presidente Trump, nel corso della giornata, è stato incaricato di friggere le patatine fritte , lavorato al drive-through , mentre migliaia di cittadini della Pennsylvania gridavano a gran voce il loro sostegno. Questo è un leader, un vero uomo del popolo”, si legge nella nota della comunicazione del candidato repubblicano.

Entourage repubblicano per il quale, come ricordato da un articolo del 14 agosto pubblicato su Politico, i creatori dell’immagine di Harris hanno prima detto che da studente la candidata democratica avrebbe lavorato da McDonald’s per “pagarsi” gli studi universitari ma “in realtà aveva accettato il lavoro estivo solo per guadagnare un po’ di soldi in più da spendere”.

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L’articolo di Politico, pubblicato solo poche ore dopo che il Washington Free Beacon aveva contattato la campagna di Harris con una serie di domande dettagliate sulle affermazioni di Harris in merito al suo lavoro presso McDonald’s, non ha detto esattamente quando, o dove, Harris abbia lavorato nella catena fast food.

“È possibile che Harris abbia effettivamente lavorato da McDonald’s nei primi anni ’80 – fanno sapere dalla comunicazione di Trump -. Ma l’assenza di quel dettaglio nei registri pubblici e la timidezza della sua campagna e il rifiuto di fornire ulteriori dettagli sollevano interrogativi”.

Anche in due biografie scritte sulla Harris, il lavoro da McDonald’s non è menzionato. Un’autobiografia del 2021 di Stacey Johnson-Batiste, amica di sempre di Harris cresciuta con lei in California, non cita l’impiego da McDonald’s da nessuna parte. Ancora, Dan Morain, autore di Kamala’s Way: An American Life, ha detto al Free Beacon di “non essere a conoscenza” di questo passato lavorativo da McDonald’s.

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Il Free Beacon, per fare luce sulla vicenda, ha anche ottenuto una copia della domanda di lavoro di Harris dell’ottobre 1987 per un posto da impiegata legale presso l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Alameda. Su quel modulo, Harris, che all’epoca frequentava la facoltà di giurisprudenza, elencava diversi lavori, tra cui un lavoro di segreteria di un mese presso un’agenzia di intermediazione mobiliare, in una sezione che le chiedeva di elencare ogni posizione ricoperta negli ultimi 10 anni. McDonald’s è, però, sempre assente.

I politici che da adolescenti hanno svolto lavori umili nel settore della ristorazione sono spesso pronti a menzionarlo come prova della loro buona fede da classe operaia. Il futuro presidente Barack Obama, durante la sua campagna del 2008, aveva affermato che il suo primo lavoro era stato quello di gelataio in un Baskin-Robbins a Honolulu.

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Ma a differenza di Harris, non c’era alcun mistero attorno al primo lavoro di Obama. I notiziari pubblicarono l’indirizzo del ristorante. I fotografi pubblicarono online le foto del locale. La stessa direttrice del negozio, dopo le elezioni del 2008, scherzò dicendo di essere una specie di professionista dei media dopo aver avuto a che fare con i giornalisti di Good Morning America, CNN e una stazione televisiva norvegese che le ponevano domande su Obama.

Insomma, il livello della politica america, capace di manovrare le questioni interne degli “Stati sovrani” (soprattutto europei), non si smentisce…

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