Istat: la nota sulle tendenze dell’occupazione. La diminuzione congiuturale è il must del trimestre.

Nel secondo trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) ha subito una eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-11,8%) sia su base annua (-17,0%) come conseguenza della riduzione delle ore lavorate. L’andamento del quadro occupazionale si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale del 12,8%.

L’occupazione risulta in forte calo sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 57,6% (-1,2 punti in tre mesi).

A livello congiunturale diminuisce l’occupazione dipendente in termini sia di occupati (-2,1%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative (-3,9%, Istat, Rilevazione Oros). Tra le posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo, il calo congiunturale si registra nell’industria in senso stretto (-0,9%, -35 mila posizioni) nelle costruzioni (-0,8%, -7 mila posizioni) e, soprattutto, nei servizi (-5,5%, -462 mila posizioni).

Nel secondo trimestre 2020, nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate, le attivazioni sono state 1 milione 548 mila e le cessazioni 1 milione 884 mila, entrambe in forte calo in confronto al trimestre precedente (-39,5% e -24,4%, rispettivamente).

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A livello tendenziale l’occupazione dipendente subisce una consistente riduzione in termini sia di occupati (-3,4%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (-4,0%). Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, continua a diminuire sia in termini congiunturali (-101 mila occupati, -1,9%) sia su base annua (-219 mila occupati, -4,1%).

Secondo i dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, il calo tendenziale dell’occupazione (-841 mila unità, -3,6%) si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-647 mila) e alla forte crescita degli inattivi (+1 milione 310 mila).

Dopo quasi sei anni di continua crescita e il calo nel 2019, nel secondo trimestre 2020 il numero dei lavoratori in somministrazione subisce una ulteriore e più accentuata riduzione tendenziale scendendo a 313 mila unità (-19,4% nei dati Inps-Uniemens). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti presenta un brusco calo (-59,6% rispetto all’analogo trimestre del 2019 nei dati Inps-Uniemens; Figura 8) dopo tredici trimestri di crescita ininterrotta e il calo nel primo trimestre 2020, attestandosi a 111 mila unità.

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Nei primi sei mesi del 2020 il Contratto di Prestazione Occasionale ha visto mediamente coinvolti, ogni mese, circa 11 mila lavoratori (19 mila in media mensile nel 2019). La numerosità dei lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, ogni mese, è stata mediamente di 9 mila unità nel 2019; a seguito delle disposizioni del c.d. bonus baby-sitting, da marzo 2020 c’è stato un progressivo aumento fino a 185 mila a giugno 2020.

Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel secondo trimestre del 2020 sono stati 94 mila (86 mila in occasione di lavoro e 8 mila in itinere) 42 mila denunce in meno (-31,1%) rispetto all’analogo trimestre del 2019; quelli con esito mortale sono stati 163 (135 in occasione di lavoro e 28 in itinere) 49 in meno rispetto al secondo trimestre del 2019. Nel complesso, il calo degli infortuni sul lavoro è influenzato dalla sospensione delle attività produttive considerate non essenziali per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, dal blocco della circolazione stradale, ecc., riprese gradualmente e in maniera controllata da maggio.

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Come nel primo trimestre 2020, i soli settori che hanno registrato aumenti nelle denunce sono stati la sanità-assistenza sociale e l’amministrazione pubblica per gli organismi preposti alla sanità, sostanzialmente a causa della diffusione del Covid-19 in ambito lavorativo. Al 31 luglio 2020 sono pervenute complessivamente 51 mila denunce infortunistiche (di cui 276 per esito mortale) conseguenti al contagio dal Covid-19 in ambiente lavorativo o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa.

Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel secondo trimestre del 2020 sono state 6.296, in diminuzione di ben 10.440 casi (-62,4%) rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente. Il rilevante calo è fortemente condizionato sia dalla chiusura di molte aziende nel periodo di lockdown sia dalla difficoltà oggettiva, almeno in quel contesto, di ricorrere ai presidi sanitari e amministrativi correlabili all’invio delle denunce di malattia professionale.