Istat: il 13,5% delle donne vittime di molestie sul lavoro. I giovani sono i più colpiti.

Nel 2022-2023, secondo l’ultima indagine dell’Istat, si stima che il 13,5% delle donne di 15-70 anni, che lavorano o hanno lavorato, abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell’intera vita (soprattutto le più giovani di 15-24 anni, 21,2%) e il 2,4% degli uomini di 15-70 anni.

Le molestie vengono subite anche al di fuori del mondo del lavoro: nello stesso periodo di riferimento, ne sono state vittime il 6,4% delle donne dai 14 ai 70 anni e il 2,7% gli uomini della stessa età. Poco più della metà di queste molestie avviene tramite l’uso della tecnologia (messaggi email, chat o social media).

Sono circa 2 milioni e 322mila le persone tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una forma di molestia sul lavoro nel corso della vita, di cui l’81,6% donne (pari a circa 1 milione 895mila, il 13,5% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni). A queste si aggiungono le donne che hanno subito ricatti sessuali sul lavoro, pari a 298mila. Le donne tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di molestia o un ricatto per ottenere un lavoro e/o avere un avanzamento di carriera costituiscono circa il 15% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni (circa 2 milioni 68mila donne), mentre gli uomini che hanno subito molestie sessuali nel mondo del lavoro (ad eccezione dei ricatti) sono il 2,4% (circa 427mila). Negli ultimi tre anni precedenti la rilevazione del 2022-2023, il 4,2% delle donne di 15-70 e l’1% degli uomini della stessa età ha subito molestie sul lavoro; negli ultimi dodici mesi i tassi sono pari rispettivamente a 2,1% e 0,5%.

A livello europeo la situazione è molto varia: si va dai valori più alti, pari ad oltre il 50% di donne che hanno subito molestie sul posto di lavoro nel corso della vita in Finlandia e in Slovacchia ai valori minimi di Lettonia (11,1%), Bulgaria, Portogallo (entrambi i Paesi 12%) e Polonia (13%), cui segue l’Italia..

Sono vittime di molestie sul lavoro in particolare i giovani (sia donne sia uomini) entrati da poco nel mercato del lavoro: 12% tra i 15-24enni e 10,8% dei 25-34enni. Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente le giovani donne, 21,2% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 4,8% dei coetanei uomini. Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini).

Nel corso della vita il 12,1% delle donne e l’1,8% degli uomini subiscono offese attraverso sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, in altri casi subiscono avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o ricevono email o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati. Mentre il 5,9% delle donne e l’1% degli uomini ricevono proposte inappropriate di uscire insieme che offendono, umiliano intimidiscono o che si spingono a richieste di qualche attività sessuale, anche attraverso regali indesiderati di natura sessuale.

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Una percentuale pari al 2,6% delle donne e allo 0,2% degli uomini sono invece vittime di molestie di natura fisica. Queste ultime sono agite in particolar modo sulle fasce più giovani della popolazione raggiunta dall’indagine, con una prevalenza del 3,4% dei giovani tra i 15 e i 24 anni.

Il 14% delle donne di 15-70 anni, ricorda l’indagine dell’Istat, ha subito offese e/o proposte nel corso della propria vita; questa percentuale aumenta lievemente tra chi dichiara di utilizzare internet per lavoro o scuola (15,1% rispetto al 12,6% di chi non lo usa). Il rischio di subire offese e proposte è più alto anche per chi usa internet nell’ordinare o comprare merci o servizi (16,2% contro 10,4%).

Il rischio di subire una qualche forma di molestia online sul lavoro (3,8% per le donne e 1,0% per gli uomini) è più alto quando si usa internet per motivi di lavoro e/o studio sia per le donne (4,8%, rispetto al 2,5% che non lo usa per lavoro) sia per gli uomini (1,5%, contro lo 0,4%).

Subire molestie è un fenomeno che varia non solo a seconda del genere e dell’età, ma anche in base al titolo di studio. Sia le donne sia gli uomini con titolo di studio elevato nel corso della vita sono più esposti al rischio: il 14,8% delle donne di 15-70 anni di età, che sono in possesso di una laurea le subisce, contro il 12,3% di quelle che possiedono un titolo medio basso; per gli uomini le rispettive percentuali sono pari al 3,2% e il 2,2%. Se chi ha un titolo di studio elevato subisce soprattutto le offese, le proposte inappropriate e le molestie fisiche caratterizzano invece livelli di studio diversi.

Le molestie subite dalle donne avvengono sia in contesti di lavoro privato (14,4%) sia pubblico (13,5%).

Osservando la posizione professionale delle vittime, per gli uomini prevalgono le posizioni apicali, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti con il 4,4% e i lavoratori in proprio (3,4%), mentre tra le donne sono più a rischio le operaie (16,4%) e le impiegate e i quadri direttivi (15,0%).

Il fenomeno delle molestie sul lavoro presenta differenze territoriali, più per le donne che per gli uomini. Per le prime, è minore il fenomeno nel Nord-est (9,7%) mentre livelli più elevati si riscontrano nel Nord-ovest (14,9%), seguito da Centro, Sud e Isole, che si attestano tutti intorno al 14%. Osservando le regioni prevale il Piemonte (20,3%), seguito da Umbria (16,0%), Sicilia (15,8%), Campania (15,7%) e Lazio (15,1%). Simile andamento si registra anche nel caso degli uomini, ma con una più marcata presenza delle regioni del Centro (3,7% contro il valore medio del 2,4%), su cui pesa l’impatto del Lazio (5,3%).

L’autore delle molestie sulle donne è per lo più un collega maschio (37,3%) o una persona con cui ci si relaziona nel corso della propria attività lavorativa, come un cliente, un paziente o uno studente (26,2%). Per le molestie subite dagli uomini sono le colleghe donne ad essere indicate come autrici nel 26,4% dei casi e i colleghi uomini nel 20,6%.

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I capi e i supervisori autori di molestie sono circa il 10% per le donne e il 4,2% per gli uomini. Tuttavia, mentre le prime sono vittimizzate quasi totalmente da capi maschi, i secondi lo sono in misura del tutto simile da uomini e donne.

In un quinto circa dei casi, le vittime, sia maschi sia femmine, affermano che hanno subito più molestie dalla stessa persona.

Sia uomini sia donne denunciano di rado: tra le donne, solo il 2,3% ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Sul posto di lavoro le vittime donne si sono rivolte a consulenti nell’8% dei casi, direttamente al datore di lavoro o al loro superiore (14,9%) o si confidano con i colleghi di lavoro (16,3%).

Anche gli uomini si rivolgono in prevalenza ai colleghi (14,8%), cui segue il datore di lavoro o il superiore (8,8%), nonché alla figura che ha la responsabilità di intervenire quando si verificano questi fatti (6,8%).

Si tende maggiormente a riportare alla cerchia di amici, parenti e familiari (41,5% le donne e 31% gli uomini), mentre non ne ha parlato con nessuno il 24,8% delle donne e il 28,7% degli uomini.

I cittadini dai 15 ai 70 anni che lavorano hanno segnalato la mancanza di punti di riferimento in casi di molestia sessuale sul lavoro. L’86,4% afferma che non c’è una persona a cui rivolgersi per denunciare o avere supporto nel caso subissero molestie. Il 69,7%, infatti, non saprebbe cosa fare. La risposta è prevalentemente negativa sia che si tratti di donne (il 64,8% di queste risponde negativamente) che di uomini (73,6% tra gli uomini).Il 93,6% dei lavoratori segnala che non si fanno corsi di formazione dedicati al problema delle molestie e sulle iniziative che le vittime possono seguire per riconoscere il fenomeno e farvi fronte.

Gli intervistati rispondono di essere a conoscenza di opportunità formative nel Nord-ovest, soprattutto tra le donne (7,3%), mentre nelle Isole il dato è molto inferiore (3,6% delle donne e il 3,3% degli uomini), segue il Sud (5,3% le donne e 4,8% gli uomini). Per gli uomini la percentuale più elevata è al Nord-est (6,9%). Per le donne i picchi più alti sono in Emilia Romagna (11,8%), Umbria (10%) e Toscana (9,8%). Vivere in centri con una popolazione compresa tra i 2mila e i 10mila abitanti implica una maggiore opportunità formativa per le donne (8,6%).

Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie, il rischio di essere vittima di molestie si è esteso alla dimensione virtuale. Oltre alle molestie fatte di persona, la tecnologia ha facilitato la diffusione di altre molestie e offese. I social (WhatsApp, Messenger e altri) sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso.

L’1,6% delle donne tra i 14 e i 70 anni ha ricevuto proposte inappropriate di natura sessuale o commenti osceni in forma privata, attraverso il telefono, sms, WhatsApp, Messenger, ecc.; un altro 1,3% ha subito proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sui social network, circa all’1% delle donne sono state mostrate foto o immagini dal contenuto sessuale o materiale pornografici.

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Altri reati legati alla tecnologia sono la pubblicazione online dei dati personali (o dei propri familiari), ad esempio i documenti o l’indirizzo dell’abitazione (subita dallo 0,2% delle donne negli ultimi tre anni) e il furto delle credenziali sui social network allo scopo di sostituirsi, per scrivere messaggi imbarazzanti, minacciosi, offensivi su altre persone (0,2%).

Dai dati emerge, inoltre, che una donna su due subisce più di una forma di molestia. Alcuni tipi di molestie si ripetono con maggiore frequenza: considerando gli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista, le donne vittime di molestie, hanno subito più volte proposte inappropriate oppure oscene, ricevute per telefono o per messaggio (62,2% da due a cinque volte), seguite dalle molestie sui social network (53,9%) e quelle verbali (49,7%). Anche la minaccia o la diffusione di dati personali o immagini senza il consenso capitano con più frequenza più volte.

Considerando le persone che usano internet, emerge che l’1,9% delle donne (circa 346mila) e lo 0,8% degli uomini (circa 141mila) hanno subito molestie tramite messaggistica e che il 2,1% delle donne (circa 390mila) e l’1,3% degli uomini (circa 230mila) hanno subito molestie sui social.

Ma questi tassi aumentano tra chi utilizza internet principalmente per attività lavorative o di studio negli ultimi tre anni: 3,1% per le donne che subiscono molestie sui social e 1,6% per gli uomini; laddove usare internet per il tempo libero e per incontrare persone espone di meno alle molestie sui social (rispettivamente il 2,4% e il 2,1% per le donne).

Sia per i maschi sia per le femmine, i tassi diminuiscono all’aumentare dell’età. Nei tre anni precedenti l’intervista, il 20,2% delle ragazze di 14-24 anni e il 7,1% dei ragazzi della stessa età hanno subito molestie. Tassi più elevati si registrano anche tra i 25-34enni, ma in questo caso con tassi già dimezzati per le donne (10%) e poco di meno per gli uomini (4,1%).

Avere un livello di istruzione medio-alto (diploma di scuola superiore o una laurea) espone di più le donne al rischio di subire molestie (7,9% per le donne di 14-70 anni negli ultimi tre anni), tranne per quelle veicolate dai social network. Con riferimento alla distribuzione territoriale, si stima una maggiore incidenza di donne vittime al Nord-ovest (8,3% negli ultimi tre anni) e al Centro Italia (6,7%); il Sud e le Isole si posizionano sempre su valori inferiori a quelli medi, rispettivamente con il 4,9% e il 5,4%.

Tutti i tipi di molestie, inoltre, presentano valori superiori a quelli medi nei centri delle aree metropolitane (12,2%); in particolare il pedinamento (3,6%) e le molestie fisiche (2,7%).

Per gli uomini l’andamento territoriale è piuttosto uniforme anche se, come per le donne, la maggiore incidenza di molestie si registra nei centri delle grandi aree metropolitane (6,4%).

Foto di Marco Wolff da Pixabay.com