Israele attacca su tutti i fronti. Escalation in aumento in Medio Oriente.
Cresce la tensione in Medio Oriente dove, nel sud e nord-est del Libano, Hezbollah e Israele continuano a scambiarsi colpi di arma da fuoco. Ad essere colpiti da Hezbollah siti quali il quartier generale del Battaglione Sahel e la caserma Beit Hillel dei soldati israeliani, in risposta agli attacchi di Israele nella città di al-Majadal.
Escalation in aumento anche nel nord della Cisgiordania, dove l’esercito israeliano ha lanciato un’operazione su larga scala a Jenin e Tulkarem, entrambe teatro di diverse e sanguinose repressioni nelle ultime due settimane. Operazione militare, la più grande nel nord della Cisgiordania dal 2002, che durerà diversi giorni e sarà sostenuta dagli aerei da guerra e dagli elicotteri di Israele.
Nel frattempo, oggi, il movimento di resistenza palestinese ha condannato il massiccio attacco delle forze militari israeliane in Cisgiordania.
“Israele sta cercando di trasferire il peso del conflitto nella Cisgiordania occupata attaccando le città e i campi – si legge nella nota del movimento -. Israele sta cercando di occupare e annettere ampie parti del territorio palestinese, in continuità con le azioni militari verificatesi nella città di al-Quds e nella moschea di al-Aqsa. Qui, Israele, violando le leggi e convenzioni internazionali, sta costruendo una sinagoga nei cortili della moschea”.
Una striscia di sangue che non accenna a ridimensionarsi. Secondo lo stesso Ministero della Salute palestinese, dal 7 ottobre 2023, 651 persone sono state uccise in attacchi da parte delle forze israeliane e dei coloni nella Cisgiordania occupata.
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