“Is Pariglias”. Torna il festival delle danze identitarie.
Musica, colori ed emozioni, con la magia delle danze popolari di Kenya, Ecuador, Colombia, Irlanda, Romania, Lazio e Sardegna. Da giovedì 28 a domenica 31 luglio torna il festival delle danze identitarie “Is Pariglias”, quest’anno itinerante tra Assemini, Pula, Samugheo e Perdasdefogu.
Protagonisti di questa edizione il gruppo keniano Nairobi Africa Tumbas, il Grupo de Danzas Saihua dall’Ecuador, America Danzas dalla Colombia, i Glee’s con le loro musiche dall’Irlanda, il Folk Dance Group Cununa Apusenilor dalla Romania, gli Sbandieratori e Musici dei Sette Rioni Storici di Carpineto Romano (Lazio), i Mamutzones di Samugheo e i padroni di casa del Gruppo folk Città di Assemini.
In questa edizione, articolata secondo la collaudata formula “Ethnodanza in Tour”, il festival proporrà anche diversi eventi collaterali quali laboratori di danze identitarie e di cucine tradizionali, in programma ad Assemini – da mercoledì 27 luglio a domenica 31 luglio – e a Carloforte mercoledì 3 agosto.
Il festival si aprirà giovedì 28 luglio ad Assemini, con tutti i gruppi ospiti che si esibiranno a partire dalle 21 nel sagrato della chiesa di San Pietro. L’evento sarà chiuso da un momento particolare: il Gruppo folk Città di Assemini proporrà la danza storica “S’arrapiccu ‘e festa”, lo straordinario il ballo con le campane che per l’occasione saranno suonate da Elvio Usala. L’esibizione sarà preceduta a partire dalle 20 da una degustazione di panade tipiche asseminesi e dolci sardi.
Venerdì 29 la carovana di Is Pariglias si sposta a Pula, dove sul palco di piazza Europa, a partire dalle 20.30, si esibiranno i gruppi di Ecuador, Kenya e gli Sbandieratori di Carpineto Romano.
Sabato 30 l’appuntamento è a Samugheo, in piazza Sedda alle 19.30, dove ai gruppi che si sono esibiti a Pula si aggiungeranno i Mamutzones di Samugheo.
Domenica 31, con la parata e l’esibizione dei gruppi provenienti da Ecuador, Lazio e Kenya, in programma per le vie di Perdasdefogu, si chiuderà la parte spettacolare del festival.
La 46a edizione di Is Pariglias si concluderà infatti mercoledì 3 agosto a Carloforte con un laboratorio sulle danze identitarie cui prenderanno parte tutti i partecipanti al festival.
Importante la partecipazione dell’Ensemble Africa Tumbas di Nairobi, gruppo di ballerini, musicisti e acrobati – provenienti da ben 42 tribù del Paese – riconosciuto come uno dei migliori gruppi folcloristici del Kenya e di tutta l’Africa dell’Est. Il gruppo indossa costumi molto colorati dai disegni tradizionali e utilizza una grande varietà di strumenti, come il kitingisho (un tradizionale scuotitore fatto con i semi secchi), il chivoti (un flauto tradizionale ricavato dalla pianta di bambù), l’orutu (un violino tradizionale) e il nyatiti, un tradizionale strumento con otto corde.
La bellezza e la varietà delle tradizioni popolari della Colombia rivivranno, invece, grazie alle danze del gruppo America Danzas. A comporlo sono i giovani dell’istituto popolare di cultura della città di Santiago de Cali, formatisi non solo nell’ambito del folklore ma anche in quello della danza classica e contemporanea. Il gruppo diventa così uno spazio aperto per nuove sperimentazioni ma capace allo stesso tempo di rispettare l’eredità del paese sudamericano.
Il gruppo Saihua è composto da giovani che recuperano le danze tradizionali indigene e meticce dell’Ecuador, al fine di far conoscere a livello internazionale la ricchezza culturale di tutti i popoli e nazionalità del Paese sudamericano, la cui danza ha basi ancestrali e rituali, riconducibili agli Incas e alle popolazioni indigene vissute prima della conquista spagnola. Tutte le danze eseguite dal gruppo Saihua si basano sul ringraziamento alla terra, alla luna, al sole e ai quattro elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco).
Il gruppo folk Cununa Apusenilor di Gilau è nato nel 1983 con lo scopo di preservare i valori autentici del folklore della Romania e continuare le tradizioni e i costumi della zona di Cluj. Dal 2003 il gruppo si è esibito in Italia, Turchia, Ungheria, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Polonia, Ucraina e Cina e nel 2012 ha vinto in Polonia il concorso del Festival Internazionale delle Tradizioni e Costumi Popolari di Wisla Polonia. Nel 2016 il gruppo è stato protagonista in Messico del Festival Internazionale di Santa Lucia a Monterrey, dove ha impressionato il pubblico con la complessità dei movimenti e dei passi tradizionali rumeni.
Il gruppo Sbandieratori e Musici dei 7 Rioni Storici di Carpineto Romano (Lazio) riprende le tradizioni della seconda metà del 1600. Il gruppo, che si esibirà in Sardegna composto tra diciassette tra musicisti e sbandieratori, utilizza solo aste in legno senza nessun tipo di piombo e drappi originali dipinti a mano da artisti locali. I preziosi costumi vengono confezionati artigianalmente seguendo i modelli dell’arte rinascimentale e barocca. Oggi queste particolarità fanno degli Sbandieratori e Musici di Carpineto Romano uno dei pochi gruppi storici di sbandieratori in Italia.
Il gruppo folk Cununa Apusenilor di Gilau è nato nel 1983 con lo scopo di preservare i valori autentici del folklore della Romania e continuare le tradizioni e i costumi della zona di Cluj. Dal 2003 il gruppo si è esibito in Italia, Turchia, Ungheria, Grecia, Belgio, Repubblica Ceca, Portogallo, Polonia, Ucraina e nel 2012 ha vinto in Polonia il concorso del Festival Internazionale delle Tradizioni e Costumi Popolari di Wisla Polonia. Nel 2016 il gruppo è stato protagonista in Messico del Festival Internazionale di Santa Lucia a Monterrey, dove ha impressionato il pubblico con la complessità dei movimenti e dei passi tradizionali rumeni.
I Glee’s sono un’affermata e longeva band di musica tradizionale irlandese. Nata nel 1981, in oltre quarant’anni di attività ha partecipato a festival internazionali, animando piazze e teatri in Sardegna, nel resto d’Italia, nel Regno Unito e in Irlanda. Il progetto musicale dei Glee’s conta un ampio repertorio di polke, jigs e reel della migliore tradizione irlandese. Tra i brani proposti anche alcune gemme della di musica popolare sarda, studiate ed arrangiate in modo da mostrare come le due anime musicali, quella sarda e quella irlandese, abbiano una naturale sintonia.
Il gruppo dei Mamutzones de Samugheo, ricostituitosi ai primi degli anni ’80, si è da subito per la sua originalità. Le maschere celebrano la passione e la morte di Dioniso, rappresentato da s’Urtzu, che indossa una intera pelle di capro nero, con la testa attaccata. S’Urtzu è tenuto per la vita da su Omadore, il suo guardiano, ogni tanto cade a terra fingendo la passione che precede la sua morte. Le maschere dei Mamutzones rappresentano invece i seguaci di Dioniso e i loro sonagli vogliono tenere lontani dalla cerimonia gli spiriti del male.